L’Ail vince la sua battaglia: trasferito il dirigente medico

La presidente Carmen Mione aveva denunciato comportamenti poco consoni durante le visite per il riconoscimento dell’invalidità ai pazienti oncologici
La sede dell' Inps a Pontedera (Pisa). ANSA/STRINGER
La sede dell' Inps a Pontedera (Pisa). ANSA/STRINGER



La direttrice del Centro medico legale dell’Inps di Belluno è stata trasferita a Lecco. Si è chiusa così, a distanza di un anno, la vicenda che ha visto protagoniste da un lato Carmen Mione (presidente Ail), assistita dall’avvocato Gianna Chemello, e dall’altro la responsabile del centro medico dell’Istituto di previdenza di Belluno.

Nell’aprile del 2018, l’associazione di volontariato aveva presentato un esposto all’Ordine dei medici di Belluno e all’Inps regionale e nazionale, lamentando il comportamento poco “consono” tenuto dalla professionista nei confronti di molti pazienti oncoematologici durante la visita legale per il riconoscimento dell’invalidità.

La responsabile Inps, come attestato dalle testimonianze raccolte dall’avvocato Chemello, spesso «dileggiava e banalizzava le problematiche sanitarie dei pazienti che aveva di fronte, tanto che molti preferivano rinunciare ai loro diritti per non subire certe umiliazioni».

Un atteggiamento che non aveva lasciato indifferente Carmen Mione, pronta a denunciare l’accaduto. «Sono stata convocata a Roma dall’Inps e qui ho spiegato come stavano le cose», ricorda Mione. «Dopo varie traversie, siamo venuti a sapere che la dottoressa ha lasciato l’Inps di Belluno e ora lavora a Lecco».

«Siamo contenti», afferma Mione, «perché agendo in questo modo siamo riusciti a far sentire la voce delle persone che soffrono e che non hanno la forza di denunciare i comportamenti scorretti perpetrati dalla professionista. Ogni nostra azione è stata dettata dal desiderio di aiutare chi soffre. Ringrazio l’avvocato Chemello che mi ha supportato in questa battaglia, vinta dalla società civile e dall’Ail in primis».

Se da un lato si mostra soddisfatta dell’esito della vicenda, dall’altro Mione si dice molto delusa e rattristata per il silenzio della politica. E non solo. «Tutti sapevano cosa succedeva all’Inps, io stessa ho contattato diversi politici, ma nessuno mi ha aiutata in questa azione, nessuno mi ha appoggiato. Sono rimasta molto delusa anche dal modo di agire dell’Ordine dei medici di Belluno, che ha respinto il nostro esposto, dicendo di non ravvisare alcunché di anomalo nel comportamento della responsabile Inps. Ma c’è di più: dopo il nostro secondo esposto, l’Ordine avrebbe voluto sentire tutti i pazienti di cui noi avevamo portato le testimonianze. Evidentemente non si fidavano della sottoscritta».

«Visto l’esito di questa vicenda», conclude Mione, «non posso che invitare tutti a denunciare le cose che non vanno, soprattutto quando colpiscono chi è più debole. Non possiamo girarci dall’altra parte come molti vorrebbero spingerci a fare: dobbiamo andare avanti per ottenere i diritti che ci spettano». —



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