L’aiuto del Parco per la chiesetta

Ponte, gli intonaci di Sant’Andrea saranno restaurati con un fondo di 20 mila €

PONTE NELLE ALPI. Restauro degli intonaci della chiesa di Sant’Andrea in Monte grazie a un contributo del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi. Il consiglio direttivo dell’ente a inizio ottobre ha infatti individuato uno specifico capitolo da destinare a progettualità condivise con gli enti locali e finalizzate a interventi di manutenzione e sistemazione ambientali all’interno dell’area protetta o funzionale a essa. L’importo massimo previsto per ogni Comune è di 20 mila euro. Ed è questa la cifra che è stata assegnata a Ponte nelle Alpi.

«Tra i diversi siti di pregio presenti nel nostro territorio abbiamo individuato Sant’Andrea in Monte perché si colloca a confine con il Parco e risponde quindi alle esigenze dell’ente con cui è stato siglato uno schema di collaborazione», spiegano il sindaco Paolo Vendramini e l’assessore Andrea Pontello, «Le diverse frazioni hanno molto a cuore certi luoghi. Polpet, in questo caso specifico, è particolarmente legata alla chiesa. Siamo quindi soddisfatti di essere riusciti a ottenere questo contributo».

La frazione di Polpet è da tempo impegnata nella raccolta di donazioni da parte dei cittadini e nell’organizzazione di iniziative che permettano di avere dei fondi da mettere a disposizione della chiesetta. «In questo momento la frazione si sta occupando del rifacimento di serramenti, porte e finestre», aggiunge Pontello, «Per quanto riguarda il restauro degli intonaci, dovrà essere ovviamente affidato a una ditta specializzata».

Il contributo di 20 mila euro permetterà di portare avanti il progetto al vaglio della Soprintendenza e passato in Commissione per l’arte sacra e i beni culturali della Diocesi. «Un progetto che prevede la messa in sicurezza degli intonaci soggetti a distacco», continua Pontello, «che sostengono gli affreschi risalenti alla seconda metà del 1400».

La seconda fase di opere prevede il restauro delle pale affrescate, preziosissime, per cui ovviamente ci vorranno ulteriori risorse. La piccola chiesa, costruita sulle pendici del monte Frusseda a dominare l’abitato di Polpet e una parte della Valbelluna ad un’altezza di 740 metri, è documentata per la prima volta in un testamento del 1362 in cui viene definito “monastero di S. Andrea in Monte”. Secondo lo storico ottocentesco Florio Miari, il minuscolo convento annesso alla chiesa ospitava nel Cinquecento monaci e monache dell’Ordine di San Benedetto.In seguito alla visita del vescovo Giovanni Francesco Bembo nel 1701 si provvide alla sistemazione dell’antico luogo di culto con interventi che si conclusero solo dopo la metà di quel secolo. L’edificio in origine ospitava anche le tele e l’antica statua di Sant’Andrea, oggi conservate nella parrocchiale di Polpet.

Martina Reolon

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