L’albergo Val Garés comprato dalla diocesi di Livorno
CANALE D’AGORDO
L’albergo Val Garés diventa centro pastorale Santa Giulia e Canale d’Agordo si appresta a divenire, nei prossimi anni, luogo di vacanze per centinaia di ragazzi e di famiglie soprattutto della diocesi di Livorno. È quest’ultima, infatti, ad aver rilevato la società, oltre che la struttura, dell’ex albergo Val Garés in via Xaiz a Canale d’Agordo dalla famiglia di Graziano De Dea per dar vita ad attività di campi scuola e famiglia per l’educazione dei ragazzi e la pastorale famigliare.
LE FREQUENTAZIONI DI DON MATTEO
«Conosco la zona da tempo», spiega don Matteo Seu, un sacerdote della diocesi livornese che coordina il Centro pastorale Santa Giulia, « ho frequentato il seminario a Padova e poi ho fatto tanti campi scuola anche a Marmolada. Anche la mia famiglia ha una casa a Canale, posto di cui sono innamorato e in cui, in passato, ho potuto conoscere don Sirio Da Corte». Anche in virtù di questa conoscenza del posto, il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, ha dato a don Matteo l’incarico di verificare la possibilità di acquistare l’albergo Val Garés. La cosa è andata in porto nei mesi scorsi.
«De Dea aveva investito molto nella struttura», spiega don Matteo, «sperando nella continuità famigliare che non è arrivata. La nostra diocesi si trovava in un momento favorevole per cui ha deciso di fare l’investimento. Anche se più che un investimento, è una spesa. Al di là della sostituzione dell’insegna e della trasformazione di una stanza in una piccola cappella, al momento non faremo altri lavori».
UNA GARANZIA PER CANALE
Per Canale, tuttavia, avere la garanzia che una struttura come quella dell’ex Val Garés non finisca in degrado è un’ottima notizia, anche se l’interruzione di una gestione locale rappresenta sempre una ferita nel tessuto sociale. Nel passaggio da Val Garés a Santa Giulia cambierà la tipologia di utenti che saranno in primis provenienti dalla diocesi toscana, ma che potranno essere anche appartenenti ad altre chiese «purché promuovano esplicite iniziative di formazione cristiana e/o di spiritualità. Lo scopo della diocesi (la terza presente in paese dopo quella di Ferrara, proprietaria della Casa Alpina Sacro Cuore, e di Vittorio Veneto, proprietaria della casa natale di Papa Luciani, ndr)», dice infatti don Matteo Seu, «è di creare una struttura ricettiva per l’educazione dei ragazzi e la pastorale famigliare e verrà quindi usata per campi famiglia e campi scuola. Quest’anno, purtroppo, data l’emergenza Covid-19, non sarà possibile fare venire i ragazzi. Partire da Livorno con due-tre corriere sarebbe stato un problema. L’obiettivo, però, è di riuscire a ospitare alcune famiglie (una ventina di persone, ndr) a fine agosto. Per i prossimi anni», continua don Matteo, «durante l’estate ci saranno a Canale 40-50-60 ragazzi a settimana per attività di formazione cristiana e di spiritualità. Prenderemo il pane in paese, i ragazzi andranno a mangiare il gelato in piazza e a comprare i souvenir. Papa Luciani? Beh, inutile dire che il fatto che Canale sia il paese natale di Luciani è un valore aggiunto che ci offrirà la possibilità anche di fare percorsi formativi sulla sua persona e sulla sua Chiesa». —
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