L’alcol resta la piaga delle Dolomiti
Nel 2016 erano 1.039 i pazienti: il territorio maggiormente interessato è il Feltrino con 391 casi
BELLUNO. Resta l’alcol il problema maggiore in provincia di Belluno. Erano 1.039 le persone in cura ai servizi delle dipendenze dell’Usl 1, al 31 dicembre 2016. Il numero maggiore si riscontra nel Feltrino con 391 casi, seguito da Auronzo (dove funziona il centro di Alcologia all’ospedale) con 316 pazienti, seguono Belluno e Agordo, dove si sono rivolti al Serd rispettivamente 246 e 86 pazienti.
«L’età media di avvicinamento all’alcol, in questa provincia, varia dai 12 ai 13 anni», precisa Alfio De Sandre, direttore del Dipartimento delle Dipendenze provinciale.
Sempre più giovani quindi, hanno questo problema, collegato molto spesso a un policonsumo di sostanze: chi beve spesso, in poche parole, fuma o abusa di sostanze stupefacenti. E questo aggrava le loro condizioni anche psicologiche e comportamentali. Le bevande che vanno per la maggiore sono i super alcolici, anche se in una fascia di età più elevata c’è ancora il vino a farla da padrone.
Per quanto riguarda il territorio feltrino, confrontando i dati dell’utenza 2016 con quelli dal 2010 in poi, è possibile notare un incremento del 30% dell’utenza con problemi alcol correlati, denunciano gli stessi amministratori locali. La stessa cosa si riscontra anche nel distretto di Belluno, che ha registrato un aumento del 30% degli utenti alcoldipendenti tra il 2011 e il 2015. Negli altri due sub distretti, nello stesso lasso di tempo, si è registrata, invece, una flessione nell’utenza alcoldipendente che va dal 6% ad Agordo al 10% in Cadore.
«Fino a qualche tempo fa, chi aveva problemi di alcol spesso fumava, spesso si drogava e ultimamente aveva anche problemi di gioco patologico», precisa De Sandre, che spiega come «sia per chi è dipendente dal gioco, sia per chi dipende dall’alcol, il miglior modo per guarire è frequentare i club degli alcolisti. Si tratta di gruppi di auto mutuo aiuto, che vengono gestiti da un operatore e che andrebbero seguiti anche dai familiari di chi ha il problema.
Per contrastare il diffondersi dell’abuso di alcol tra i giovani funziona ancora il camper del Serd, che gira per la provincia per intercettare la fascia a rischio.
«Un importante aiuto ci viene anche dal gruppo di giovani volontari che affianca i professionisti in questa attività e che, conoscendo la psicologia dei loro coetanei, riescono a captare le persone che potrebbero avere problemi».
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