L’allarme dopo Vaia: «Fiumi e torrenti sono a rischio esondazione»
BELLUNO.
«Le ultime piogge hanno dimostrato che il territorio bellunese non è più quello di prima. La tempesta Vaia lo ha radicalmente cambiato. Quindi sono da rivedere tutti i piani comunali di Protezione civile. Lo ha detto Nicola dell’Acqua, che coordina il Commissariato per la ricostruzione, di cui il delegato è lo stesso presidente della Regione, Luca Zaia.
Dell’Acqua, incontrando i rappresentanti dei Comuni a Villa Patt di Sedico, ha esemplificato i rischi, ricordando che gli alvei dei corsi d’acqua nella parte alta del Bellunese sono stracarichi di materiali, addirittura 20 milioni di metri cubi in più rispetto a 9 mesi fa. Il letto spesso è più alto delle aree esterne, per cui il pericolo di esondazione è costante, a ogni precipitazione, e diventerà un autentico problema soprattutto in autunno, il tempo metereologicamente più precario, se in questi mesi non si eseguiranno gli interventi indispensabili.
Dell’Acqua ha riferito di essere stato in ricognizione dei territori colpiti da Vaia nella giornata di giovedì e di aver intercettato situazioni molto a rischio. «Se avete dei campeggi o altre attività turistiche, e non solo, che confinano con un torrente o anche solo un ruscello», così si è rivolto ai sindaci, ai segretari comunali e ai tecnici presenti, «verificate anzitutto la compatibilità con il vostro piano di Protezione civile e, in presenza di problemi, intervenite con lavori di somma urgenza (le risorse ci sono) e concordate ogni possibile norma di sicurezza con i responsabili dei campeggi o delle iniziative interessate».
Dell’Acqua ha raccomandato a tutti il rispetto della data del 30 settembre, non solo per la progettazione dei lavori, ma anche per la consegna. «C’è il pericolo», ha precisato, «che ci decurtino le risorse se non dimostriamo di rispettare le scadenze».
Ritardi della macchina del Commissariato non ce ne sono. Dell’Acqua ha risposto a tutta una serie di domande dei convenuti alle prese con gli inghippi della gestione ordinaria. C’è il problema, ad esempio, del risarcimento dei danni ai privati. Sono stati messi a disposizione per quest’anno 20 milioni di euro. Ad oggi sono arrivate richieste per neppure 6 milioni. Dell’Acqua ha assicurato che ci sarà una deroga, ma con i pagamenti rinviati al prossimo anno. È stato osservato, da alcuni tecnici presenti, che tanti privati, soprattutto i piccoli proprietari, si trovano in estrema difficoltà a compilare tutti i certificati richiesti per la rendicontazione. Si è fatto anche il caso di chi ha una decina di alberi schiantati da asportare e per farlo deve produrre una serie di atti, con tanto di firma dei tecnici, che gli costano più di quanto incasserebbe dalla vendita delle piante.
Dell’Acqua ha poi rassicurato i sindaci sui possibili aggiornamenti dei progetti. Se in corso d’opera viene ravvisata l’opportunità di integrazioni, la cosa si può fare», ha confermato il soggetto attuatore, «perché, appunto, i soldi ci sono anche per eventuali migliorie, ovviamente compatibili. Però è evidente che va informata per tempo la struttura commissariale, in modo che possa procedere alle necessarie autorizzazioni». —
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