L’allevatore: «Paura delle mucche? Basta ignorarle e proseguire»

Dopo l’episodio di Valfreda con tre turiste che si sono messe nei guai, ecco alcuni consigli per i turisti

BELLUNO

La mucca si avvicina e loro indietreggiano intimorite e così, metro dopo metro, abbandonano il sentiero e si ritrovano prima in mezzo agli schianti di Vaia e poi a un passo dal dirupo.

La storia delle tre amiche veneziane in fuga da una mucca e soccorse a Falcade, in un sentiero in Valfreda, ha ormai fatto il giro del mondo, grazie ai social. Ma quella mucca, e in generale i bovini che si incontrano nei pascoli dei nostri monti, possono considerarsi davvero pericolosi? La risposta è evidentemente “no”, ma a ribadirlo ci pensa Orazio Da Rold, imprenditore agricolo, anche malgaro da 24 anni, che chiarisce come comportarsi di fronte a qualche mucca “curiosa”. Dall’esperto allevatore, già ai vertici di Coldiretti e anche consigliere comunale a Belluno, arriva una lunga serie di utili consigli e preziosi inviti.

«Quelle ragazze non hanno corso alcun pericolo. Quando si entra in pascolo, si entra inevitabilmente a contatto con bovini, manze e vacche. Si tratta di animali curiosi, a maggior ragione se il passante ha una borsa o uno zaino» spiega Da Rold. «I bovini pensano che dentro quelle borse ci sia cibo, perché ormai il cibo offerto dai turisti è una prassi frequente, o magari del sale. Quando i pastori vanno a fare il giro di ricognizione, infatti, tirano fuori del sale dai loro sacchetti. Vedendo le persone con gli stessi contenitori, pensano che ci sia qualcosa da mangiare».

Insomma, è normale che gli animali più curiosi, domestici e affettuosi si avvicinino all’uomo. Ma cosa bisogna fare in questo caso? «Non serve indietreggiare. Anzi, è il caso di avanzare e magari di fare una carezza all’animale. Non ricevendo cibo, il bovino si girerà presto e se ne andrà. Ma se si indietreggia, è scontato che loro continuino a seguire».

Compreso che le mucche sono innocue, qual è il miglior atteggiamento da tenere in genere verso questi animali al pascolo? «La miglior cosa è ignorarli. Non occorre andar loro vicino. Qualche animale può anche spaventarsi, magari per un abbigliamento troppo colorato o per un rumore molesto. E se un bovino prende spavento, c’è il rischio che alzandosi di scatto – con la sua mole – possa in qualche modo fare un movimento brusco facendo perdere l’equilibrio alla persona che l’ha ridestato dalla tranquillità».

Tenersi a 3-4 metri è il miglior consiglio, e se proprio proprio ci si vuole avvicinare per offrire del cibo, si tiri fuori solamente del pane secco: «Ma lo ripeto: è meglio non dare niente. Ci pensano i pastori a nutrire correttamente i loro animali. Poi accade che le mucche si abituano a ricevere cibo, seguono i passanti, escono dal pascolo e si perdono».

E a proposito di “cibo”: «Colgo l’occasione per fare un appello: non lasciate lattine in giro. I bovini sono attratti dalle bevande dolci e sicuramente scovano le lattine abbandonate. Se le ingeriscono, il rischio è che l’alluminio tagliente poi crei delle ferite all’intestino».

Molti turisti tornano dalle vacanze in montagna con l’ormai classico “selfie con la mucca”: uno sfizio da condannare? «Una foto con un animale è un bel ricordo e, se fatto con garbo e rispetto verso l’animale, male non fa. Lo si faccia a distanza, senza fare rumori e senza gridare, e soprattutto evitando di fare movimenti strani. Il vero turista da condannare è quello che chiama Usl e carabinieri perché pensa che gli animali al pascolo siano incustoditi o mal tenuti. Si tratta di persone che non hanno la minima esperienza di allevamento al pascolo e che ci creano solo problemi. I nostri animali sono accuditi e visitati quotidianamente: sono la nostra principale fonte di redditto, la nostra ricchezza, e abbiamo tutto l’interesse a trattarli con i guanti». —

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