L’Alpago schiera due vigili armati contro i malviventi
ALPAGO. L’Alpago dorme con un occhio solo. Molte luci accese fino a tardi nei paesi; qualcuno cena ancora all’aperto, malgrado dal lago di Santa Croce si arrampichi una frizzante arietta autunnale e qualcun altro a letto non ci va proprio, perché con altri paesani delle Ronde pagote si mette a caccia dei ladri, armato solo di rabbia e orgoglio. Un paio di tentati furti tra Tignes e Le Schiette è l’ultimo aggiornamento, con lo smacco per i malviventi che la punta del trapano si è rotta, rimanendo conficcata in una finestra. I nostri arriveranno presto sotto la divisa degli agenti della polizia locale: è la novità più grossa, alla fine della giunta di ieri mattina. Due agenti con il porto d’armi cominceranno a lavorare nelle ore notturne, di supporto alle forze di polizia.
Una soluzione provvisoria, per superare l’emergenza e la collegata psicosi. Chissà quante le macchine segnalate a carabinieri e polizia, addirittura a Borsoi c’è chi è sicuro di aver inseguito un ladro, che gli stava forzando la porta. Non l’ha preso, ma almeno questo è scappato senza bottino: «Il fai da te può essere pericoloso», sottolinea il sindaco Umberto Soccal, «meglio affidarsi a chi ne capisce e ha i mezzi per difendere una popolazione, che giustamente vuole delle risposte. Nella riunione di ieri, ho spiegato i risultati degli incontri con la prefettura e le forze di polizia e prospettato quello che abbiamo già messo in campo e ciò che faremo presto. C’è il discorso della polizia locale, ma anche quello delle telecamere già installate e da sistemare velocemente. A Pieve, ne sono già entrate in funzione quattro, ma in tutto sarebbero sette e presto diventeranno una quindicina, disseminate su tutto il territorio della Conca».
Gli alpagoti si sono riversati in strada, coordinati da un profilo Facebook o da un gruppo WhatsApp: «È anche ammirevole il loro spirito d’iniziativa, ma bisognerebbe anche sapere cosa è il caso di fare in certe situazioni», riprende Soccal, «non mancheranno degli incontri con i cittadini, per cercare di dare tutte le indicazioni necessarie. Sennò il rischio può diventare addirittura quello di essere scambiati per i ladri dalle forze dell’ordine. La situazione è effettivamente di emergenza, ma non durerà per chissà quanto tempo».
Le Ronde pagote fanno riferimento, tra gli altri, a Lorenzo Roffarè: «Ci siamo mossi in maniera spontanea e stiamo cercando di fare il possibile con i mezzi che abbamo. Quello che ci vorrebbe è un minimo di coordinamento in più, ma non puoi neanche pretenderlo. Siamo stati aggrediti dai ladri e tentiamo di difenderci».
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