L’Alpe: «Il Comune ci aiuti o chiudiamo il Nevegal»

Il presidente Maurizio Curti: «Palazzo Rosso dimentica sempre le sue promesse Bisogna sostituire la sciovia delle Erte, un investimento troppo elevato per noi»

BELLUNO. L’Alpe del Nevegal dice stop a ulteriori esborsi economici sul Colle. «D’ora in avanti, se non ci sarà l’intervento del Comune, secondo un piano ben preciso di rilancio del Nevegal, noi non apriremo gli impianti».

Ancora una volta, all’inizio della stagione estiva, la società composta da 22 imprenditori che dal 2012 si sono presi l’incarico di rilanciare il Colle, torna all’attacco nei confronti di Palazzo Rosso. «Da anni manca una strategia complessiva sul Nevegal», prende atto Maurizio Curti, presidente dell’Alpe, «e ad oggi il futuro è sempre più incerto. L’Alpe del Nevegal non può affrontare da sola la gestione dell’impiantistica che è strutturalmente in perdita. L’innevamento artificiale è molto costoso, ma indispensabile per avviare la stagione durante il periodo natalizio. Inoltre, la sciovia delle Erte, dopo varie proroghe, terminerà la propria vita nella stagione 2018-2019 e dovrà essere sostituita entro la successiva se vogliamo tenere aperta la parte alta. E ciò rappresenta un impegno economico molto ingente».

Curti parla di un investimento da 500 mila euro: «Metà somma sarà stanziata dalla Regione Veneto, l’altra metà di certo non possiamo sostenerla noi», tiene a precisare il presidente. Che aggiunge: «Non è nemmeno pensabile che il Nevegal resti aperto soltanto in estate, perché significherebbe avere una perdita costante per la società».

Società che soltanto quest’anno riuscirà a chiudere l’esercizio 2017-2018 in pareggio. «Il tutto grazie a un incremento medio del 30% rispetto alla stagione precedente per quanto riguarda gli accessi e i ricavi. Ciò dovuto all’apertura della totalità della parte alta della skiarea già a dicembre. «Le basse temperature ci hanno consentito di innevare artificialmente la Coca alta e bassa, il raccordo e il campo scuola prima del 16 dicembre e le modeste precipitazioni avvenute a ridosso del Natale hanno permesso di aprire le piste più alte come le Erte, la Lieta e il Toront per la fine di dicembre. Solo grazie a queste circostanze siamo riusciti a chiudere un pareggio l’esercizio 2017-2018».

Curti evidenzia, poi, come «il rischio di apertura degli impianti anche quest’anno è stato supportato dalla società, tranne qualche sponsor e pochi operatori, nessuno ci ha aiutato. Meno che meno il Comune che, nonostante le rassicurazioni, non ha dato seguito alle promesse. Da oltre un mese chiediamo un incontro alla giunta, ma non abbiamo avuto alcuna risposta».

Intanto la stagione estiva è partita e gli impianti sono aperti il sabato e domenica. «Dovremmo sistemare il Parco Avventura, in parte compromesso dal maltempo, ma prima attendiamo di conoscere le intenzioni della giunta Massaro», precisa Curti. «Lo scopo è di sistemare i due percorsi, tenendone uno per l’avvio dei bambini all’uso delle mountain bike».

«Ormai non c’è più tempo», concludono Curti e l’ad Pietro Casagrande, «dobbiamo sapere se possiamo continuare oppure dobbiamo chiudere».

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