Lambioi, il parco fluviale è anche a misura di disabili

Sono stati investiti in totale 750 mila euro con il progetto “Reti ecologiche” Realizzati il percorso vita, l’area bird watching e la piattaforma di pesca “no kill”
gian paolo perona- perona- belluno- nuovi interventi sull'area del piave a lambioi- anfiteatro per didattica
gian paolo perona- perona- belluno- nuovi interventi sull'area del piave a lambioi- anfiteatro per didattica

BELLUNO. A due passi dal centro storico c'è un gioiello naturale. Il parco fluviale di Lambioi, riqualificato grazie agli interventi fatti dal Comune, l'Unione montana, i servizi forestali regionali e le associazioni locali, si è arricchito da qualche giorno.

Nell'area sotto alla piscina e alla ex Locanda sono stati recuperati numerosi sentieri e accessi al fiume, è stato allestito un percorso vita, sono stati costruiti un anfiteatro naturale e una piattaforma per la pesca no kill riservata alle persone disabili e si sono create le condizioni perché si sviluppi un biotopo. È “nascosto” da una palizzata di larice lunga 150 metri, nella quale sono state ricavate numerose aperture che i bambini potranno utilizzare per osservare gli animali (soprattutto uccelli, ma anche anfibi e le specie che sceglieranno di dimorare in quella zona).

Anche gli adulti potranno fare “bird watching”: la palizzata ha diverse altezze, per consentire la fruizione a chiunque. Tutti questi interventi, costati 150 mila euro, rientrano nel progetto Reti ecologiche, finanziato in gran parte dalla Fondazione Cariverona, con una quota di contributo della Regione e del Comune.

Il progetto è stato avviato un paio di anni fa, ieri si è svolto il sopralluogo dei funzionari della Regione che sono stati accompagnati in visita dal segretario comunale, dall'assessore Frison e dal progettista e direttore dei lavori Marco Abordi.

«Con l'ultima tranche di interventi abbiamo potenziato e ampliato l'area umida, che è stata schermata con una palizzata», racconta Abordi. «Inoltre sono stati creati spazi per la didattica, per avvicinare i bambini all'ambiente». Nell'anfiteatro in pietra che guarda il Piave potranno svolgersi lezioni per gli studenti, ma anche qualche iniziativa culturale.

Sui muraglioni è stata agganciata una piattaforma che, invece, servirà per le persone disabili: potranno pescare, anche se in quel tratto di fiume c'è il divieto, ma dovranno rilasciare il pesce in acqua (pesca no-kill). Lungo tutto il sentiero che conduce all'area umida (nella quale si potrà sviluppare un biotopo) sono state allestite dodici postazioni di un percorso vita, con attrezzi, travi di legno e tabelle che spiegano come fare un po' di ginnastica all'aria aperta.

«Prima tutta quest'area era molto degradata», racconta Frison. «È stata riqualificata e naturalizzata». Il colpo d'occhio è notevole. L'area di Lambioi appare completamente trasformata rispetto a un paio di anni fa. Il progetto Reti ecologiche ha dato un contributo importante per la sua sistemazione. Composto da sette misure, l'intervento a Lambioi lo ha, di fatto, concluso. Complessivamente sono stati spesi 750 mila euro, lungo tutta l'asta del Piave. È stata costruita una scala di rimonta per i pesci sulla briglia di Fisterre, è stato fatto un sito di ambientazione per la trota marmorata alle Fontane dei Fagherazzi, è stato fatto un bacino di fitodepurazione alle Fontane di Nogarè e vicino al campo sportivo del Piave.

Nel progetto rientrano anche le opere di ingegneria naturalistica per la protezione dell'ex quagliodromo a monte della discarica di Cordele e una sperimentazione per combattere il “poligono del Giappone”, pianta infestante che cresce alla foce tra Ardo e Piave.

Alessia Forzin

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