Lambioi, inizia il percorso per il nuovo ponte

Il Comune ha affidato l’incarico per lo studio idraulico. Massaro: «Primo passaggio per avviare la progettazione»

BELLUNO. Il tempo corre. Impietoso e inesorabile. Il 31 dicembre scadrà l’ultima proroga concessa al Comune per mantenere aperto e quindi utilizzabile dagli automobilisti il ponte bailey, che collega le due sponde del Piave a Lambioi. Un’infrastruttura che negli anni ha dimostrato di essere indispensabile per la viabilità della città. È bastato chiuderlo due giorni per lavori di asfaltatura, qualche mese fa, per mandare in tilt il traffico verso il Castionese e verso la sinistra Piave.

Anche la giunta comunale è diventata consapevole della strategicità di quell’opera, e quest’anno avvierà uno studio di fattibilità per la sostituzione del bailey con un ponte definitivo. Il primo passaggio dell’iter è la redazione di uno studio idraulico preliminare e di una relazione idraulica definitiva. Avviato. Con la determina del 28 marzo è stato affidato l’incarico all’ingegner Bruno Schiocchet, che avrà due mesi di tempo per presentare gli esiti dello studio al Comune. La spesa per Palazzo Rosso sarà di 4.750,39 euro.

«Possiamo dire che con questo atto inizia il percorso per realizzare un ponte definitivo sul Piave a Lambioi», spiega il sindaco Jacopo Massaro. «Lo studio idraulico infatti è fondamentale per avviare ogni tipo di progettazione». Lo studio, infatti, indicherà ogni possibile criticità idraulica presente in zona, le eventuali opere di protezione da realizzare, tutto quello che servirà per ottenere un parere preventivo da parte del Genio civile, uno degli enti che dovrà dare il suo assenso alla costruzione di un nuovo ponte sul Piave.

Il bailey è stato montato nel 2007, per evitare che il traffico cittadino si paralizzasse durante i lavori di sistemazione del ponte degli Alpini. Il noleggio scadeva nel 2010, il Comune fino ad oggi ha ottenuto quattro proroghe. Quella in essere scadrà a fine anno, ma aver avviato il percorso per costruire un ponte definitivo potrebbe non ostacolare la permanenza dell’infrastruttura provvisoria fino a quando non sarà stata realizzata quella fissa.

E i soldi? Il Comune potrebbe pagare l’intervento, attraverso un mutuo, ma va risolto un problema di natura burocratica nazionale. «Purtroppo ad oggi i soldi ottenuti con un mutuo non costituiscono entrata ai fini del Patto di stabilità», spiega Massaro. «In pratica pur avendo le risorse, non potremmo spenderle. Ci stiamo muovendo con l’Anci per risolvere questo problema, che vincola gli enti pubblici. Il Comune di Belluno ha fatto una grande operazione estinguendo la maggior parte dei mutui che aveva in essere e ha un’ampia capacità di indebitamento, ma dobbiamo poter spendere quei soldi prima di chiederli ad una banca».

Il sindaco ha comunque segnalato anche alla Regione la strategicità, per la città e non solo, di un ponte in quel punto del Piave, e attende una risposta. Si cerca un contributo, a Venezia: «Torneremo a caldeggiare la richiesta di un finanziamento», conclude Massaro. «Quell’opera è fondamentale per la nostra città ma anche per tutta la Valbelluna».

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