«Laminazione, in Regione già si pensa di eliminarla»
PIEVE DI CADORE. «Esiste una convenzione del 1949, firmata dall’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che stabilisce che al lago di Pieve di Cadore non si possano variare i livelli perché altrimenti si modifica il panorama. Invece, nel corso degli anni, chi ha utilizzato l’acqua del bacino non ne ha mai tenuto conto e, specialmente negli ultimi 20 anni, ha fatto quello che ha voluto, senza che la Regione intervenisse. Lo spettacolo che vede lo dimostra».
Questo l’inizio della lunga relazione che l’ingegnere idraulico Giovanni Maria Susin, tecnico dell’Università di Padova, incaricato dai sindaci dei Comuni riveraschi di studiare la situazione del lago di Pieve, ha fatto al vicepresidente del consiglio regionale Matteo Toscani e all’assessore all’Ambiente, Maurizio Conte, nel corso del lungo incontro che si è tenuto sul belvedere del Roccolo di Sant’Alipio, da dov’è possibile avere una panoramica quasi completa del lago formato dalla diga Enel di Pieve. Per accogliere i due amministratori regionali, il sindaco Maria Antonia Ciotti aveva invitato, oltre alla neo presidente della Provincia di Belluno Daniela Larese Filon, anche i sindaci dei comuni rivieraschi e di Perarolo, nonchè i rappresentanti delle associazioni che operano sullo specchio d’acqua. Pochi minuti prima dell’inizio dell’incontro, fortemente voluto da Matteo Toscani, è arrivata anche una delegazione di amministratori di Santo Stefano accompagnata dal sindaco Alessandra Buzzo. L’attesa dell’arrivo di Conte e Toscani si è protratta qualche minuto più del previsto, periodo nel quale i sindaci si sono scambiati le rispettive impressioni sulla questione.
Una volta giunti Toscani e Conte, in comitiva i convenuti si sono spostati al belvedere del parco per ascoltare la relazione del tecnico e, appunto, le parole dell’assessore Conte. «Uno dei problemi che si è sovrapposto a quello legato alla fornitura di acqua per l’energia elettrica», ha spiegato Susin, «è stata l’intromissione dei Consorzi irrigui della pianura che hanno preteso quantità d’acqua sempre maggiori; e che, dopo che ci fu la tragedia del Vajont, hanno preteso dal lago di Pieve anche l’acqua che avrebbe dovuto fornire quella diga».
I rappresentanti regionali hanno ascoltato la lunga e circostanziata relazione con molta attenzione e solo al termine è intervenuto l’assessore.
«Confermo», ha affermato, «che in Regione c’è già un accordo per eliminare la laminazione; una bozza che, se dovesse servire, potrà essere ampliata. Sono contento che siano presenti i sindaci dei Comuni rivieraschi e il presidente della Provincia di Belluno al quale abbiamo delegato quello che è il demanio idrico e soprattutto i canoni idrici, che sono una cifra importante. Sono sicuro che questi milioni di euro saranno spesi per mettere al sicuro l’ambiente. Dalla Regione arriveranno tra i 6 e i 7 milioni di euro, e per questo dovremo confrontarci con la Provincia per spenderli al meglio. Dovremo anche risolvere il problema del rinnovo delle concessioni facendo in modo ci siano dei vantaggi anche per i territori».
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