Laminazioni rinviate salvata l’estate del Corlo
Laminazioni rinviate a ottobre. Per la prima volta nella storia del bacino, quest'anno il lago del Corlo potrebbe restare pieno fino alla fine di agosto. In pratica per l'intera stagione turistica. La proposta di proroga è contenuta in un documento tecnico redatto dai dirigenti regionali che è stato approvato ieri mattina da Barbara De Fanti e Gianni Silvestrin della Commissione tecnica (non politica) ambiente. Ora non resta che attendere la delibera della giunta che verrà e la ratifica dell'autorità statale di bacino, a cui si chiede di modificare il provvedimento del 2013 che disciplina l'”Assetto idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta- Bacchiglione”.
Dopo tanti anni di battaglie condotte dai sindaci di Arsiè, nell'ordine Mario De Nale, Ivano Faoro e ora Luca Strappazzon, la piacevole sorpresa arriva a pochi giorni dalle elezioni. «Le laminazioni delle piene di bacino del fiume Brenta saranno spostate da metà settembre a inizio ottobre», annuncia il consigliere bellunese Matteo Toscani, che negli scorsi anni si è occupato con solerzia soprattutto della faccenda del lago di Pieve di Cadore, reso balneabile giusto qualche giorno fa. «Si tratta di un provvedimento importante perché, una volta completato l'iter, il lago resterà appetibile fino al termine della stagione estiva. Proprio il lago del Corlo è meta di numerosi turisti, molti stanziali, provenienti dal Nord Europa». I primi atti sfociati negli accordi di laminazione tra il Comune e la Regione, con l'intermediazione del Consorzio bonifico pedemontano Brenta, risalgono al 1999. Il provvedimento in vigore fissa il periodo di laminazione dal 15 settembre al 30 novembre; ma per abbassare la quota dal livello di piena di 270 metri a quello di sicurezza di 252 metri servono almeno un paio di settimane.
Di fatto, le prime operazioni di svuotamento partivano già dopo Ferragosto. Ora invece lo svaso dovrà cominciare in un intervallo compreso tra l'1 e il 15 settembre. Si parla di una capacità di invaso di 50 milioni di metri cubi d'acqua: per ridurla bisogna aprire le paratie gradualmente. Nel mentre, gli enti preposti garantiscono un costante monitoraggio del livello del lago e del fiume Brenta, per verificare che il provvedimento non metta a rischio inondazione la Valsugana e la pianura sottostante.
«Siamo molto soddisfatti per questo risultato», afferma il sindaco Strappazzon appena rientrato dall'audizione alla commissione veneziana, «è stato un viaggio positivo, anche se attendiamo la conclusione del procedimento prima di cantar vittoria. Questo provvedimento risponde non solo alle nostre richieste, ma anche a quelle della vecchia amministrazione, che con Ivano Faoro aveva domandato proroga alla Regione il 19 settembre 2012. La nostra conquista è solo il traguardo di un percorso che è durato diversi anni. La ricaduta per il territorio sarà più che positiva». Nessuno ancora si sbilancia, ma questo potrebbe porre le basi per la futura balneazione del lago. Anche se questo entrerebbe in conflitto con la costruzione del parco acquatico, prevista dalla progettualità dei fondi Brancher. In ogni caso si figurano importanti conseguenze per l'economia e l'appetibilità del territorio di Arsiè.
Francesca Valente
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