Lamon, albergo Ponte Serra restaurato: biglietto da visita per il territorio

Davide Pante e la moglie Debora hanno concluso il recupero della facciata. Tra due anni l’edificio sarà completato con ventuno camere e il centro benessere 

LAMON. «Ve lo facciamo vedere noi se la montagna è abbandonata». È quello che hanno pensato Davide Pante e la moglie Debora dopo aver visto un commento negativo di troppo su Facebook, quando hanno preso in mano il vecchio albergo di Ponte Serra chiuso da anni e in condizione di degrado, con l’intenzione di farlo rinascere.

Ci erano già riusciti con la riapertura delle prime otto camere al primo piano e adesso si è concluso anche l’intervento di restauro della facciata e del tetto, che ridà splendore alla struttura restituendo i colori originali alle decorazioni.

L’edificio era stato gestito dagli anni 40 ai 60 da Zaira De Bortoli con la famiglia. Poi altre gestioni ma solo del bar, quindi un lento decadimento, fino a quando Pante ha deciso che quel posto andava recuperato.

Ai visitatori in arrivo a Lamon e Sovramonte o in viaggio verso il Primiero ora si presenta un bel biglietto da visita. I ponteggi sono stati rimossi dalla grande facciata che dà sulla strada, dopo due anni e mezzo di lavoro, curato quasi tutto di mano propria da Davide Pante, che è del mestiere perché ha un’impresa che fa finiture, isolamenti termici e qualche piccolo restauro: «Abbiamo coinvolto la manodopera locale», racconta l’albergatore-restauratore. «Abbiamo seguito le indicazioni della Soprintendenza sul restauro delle parti estetiche e siamo riusciti a ripristinare il decoro originale, ritrovando i vecchi colori della facciata. Abbiamo levigato le varie parti, riuscendo a recuperare il primo strato di pittura. Sono dei finti capitelli. Non sappiano da chi siano stati eseguiti originariamente i decori, non ci sono simbologie particolari. Penso che siano dei primi del ’900».

Oltre a farlo bello, l’albergo è anche sostenibile dal punto di vista ambientale. L’attenzione si è concentrata molto sul risparmio energetico della struttura per ridurre al minimo i costi di gestione, comprese le spese dell’illuminazione grazie alle luci a Led.

Ma non è finita qua, perché l’intenzione è proseguire la ristrutturazione con il secondo e il terzo piano. «Al secondo piano verranno ricavate altre tredici camere e al terzo abbiamo in mente di fare un centro benessere, un po’ diverso da quelli tradizionali. Siccome a Lamon c’è anche il centro di riabilitazione, ci saranno dei percorsi particolari centrati sulla rigenerazione», rilancia Pante. «Durante l’emergenza sanitaria ci siamo fermati, altrimenti altre sette camere sarebbero state pronte. Al termine della stagione estiva contiamo di ripartire con i lavori e per la prossima estate puntiamo ad avere almeno metà del secondo piano finito, per arrivare a quindici camere. Se poi siamo bravi e veloci, le facciamo tutte e arriviamo a ventuno».

L’obiettivo per il centro benessere è entro due anni. Sul fronte turistico ci sono segnali positivi: «Quest’anno sta andando molto bene», commenta il titolare della locanda Ponte Serra. «Eccetto i mesi del Covid e i primi quindici giorni post lockdown per riassettarci, stiamo lavorando veramente bene, oltre le aspettative. Non abbiamo più nessuno in cassa integrazione. Siamo ai livelli dell’anno scorso, addirittura nei fine settimana si lavora un po’ di più. Un trend dettato dalla riscoperta della montagna da parte degli italiani. Se nel 2019 avevamo un 70 per cento di turismo straniero, quest’anno è al 99 per cento italiano. Siamo rimasti piacevolmente soddisfatti, perché non ci si aspettava di riuscire a riprenderci così velocemente. Abbiamo anche la fortuna che quando abbiamo programmato la ristrutturazione, abbiamo studiato spazi grandi all’interno e all’esterno, che ci permettono di accogliere la gente anche in questo periodo e questo aiuta», aggiunge.

«Anche con la creazione dell’Associazione turistica di Lamon abbiamo messo in piedi un punto informativo e una serie di proposte di passeggiate e di riscoperta del territorio. Tutto il comprensorio sta trovando giovamento». Guardando indietro, Davide Pante e la moglie Debora hanno affittato la struttura nel 2015 per poi acquistarla nel 2017. Prima, nel 2018, è stato riaperto il ristorante dopo 41 anni, l’anno scorso sono state messe a disposizione dei clienti le prime otto camere e quest’anno si è aggiunta la pizzeria al ristorante.

«Avevamo il sogno di prendere il vecchio albergo di Ponte Serra (costruito nel 1860, era il punto di ritrovo del commercio del legname) e ristrutturarlo per farlo tornare agli antichi splendori. I nostri sogni ci stanno dando ragione». 

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