Lancedelli: le Casse rurali devono restare unite

Secondo il presidente dell’Istituto di Cortina c’è una scarsa fiducia nelle banche che si riflette anche su quelle virtuose. «Non mi aspettavo una crisi così forte»
Di Stefano Vietina

CORTINA. «Continuo a ritenere che dividerci ci farà solo male». Alberto Lancedelli, presidente della Cassa Rurale e Artigiana di Cortina, non ha dubbi. «Bisogna lavorare per un gruppo unico, ma soprattutto le 28 BCC venete, destinate a diventare 25 o 26 sulla base delle prossime operazioni di aggregazione, dovrebbero stare tutte dalla stessa parte, ed invece...».

Lancedelli ha partecipato alla riunione che si è svolta nella sede di Padova della Federazione Veneta delle Bcc, dove Iccrea ha illustrato il suo progetto industriale di gruppo bancario, che punta ad un solo polo. Il giorno prima, giovedì a Verona, era stata la volta di Cassa Centrale di Trento, che aveva ribadito il suo progetto già illustrato un mese fa a Tarzo, nella sede della Prealpi, e poi direttamente anche in sede della Cortina.

«Adesso faremo le nostre valutazioni - prosegue il presidente - ancora non abbiamo deciso e non è detto che non ci siano i margini per ricucire i rapporti fra Iccrea e Cassa Centrale e addivenire al gruppo unico».

Dieci sportelli (l'ultimo aperto qualche mese fa a Belluno, in netta controtendenza col sistema, che invece gli sportelli li chiude), 68 addetti, un patrimonio di oltre 63 milioni di euro, la Cassa Rurale e Artigiana di Cortina ha chiuso il 2015 con un utile netto di 2 milioni 158 mila euro. Le previsioni per la fine dell'anno parlano di un utile leggermente inferiore, mentre salgono la raccolta diretta (+8%) a 343 milioni (con una raccolta assicurativa a +10%) e gli impieghi (+2%) a 263 milioni di euro.

«Ci è stato confermato da Iccrea - dice ancora Lancedelli - che le banche virtuose, e noi siamo senza dubbio fra quelle, godranno anche nel nuovo raggruppamento di una maggiore autonomia. Abbiamo ascoltato il presidente di Iccrea, Giulio Magagni, e il direttore generale Leonardo Rubattu e il suo vice Giovanni Bocuzzi. Entro fine anno probabilmente decideremo».

Ma quale prospettiva e quale ruolo possono avere le Bcc nella grande crisi del credito in Italia e in Veneto?

«Ruolo importante se sapranno stare unite. Appare chiaro che la divisione fa male a tutti; a parole lo si dice e lo si ripete, ci si piange addosso, poi al dunque non si riesce a trovare un punto di contatto. Così ci facciamo male da soli».

La scelta a favore di Iccrea o di Cassa centrale dipende anche dai servizi che ciascuna offre alle varie Bcc, dalla bancassicurazione alle carte di credito, dal sistema informatico, alla finanza, alla gestione dei portafogli della clientela?

«Certamente, noi abbiamo fatto un'analisi dettagliata ed abbiamo visto che sostanzialmente lavoriamo al 50% con l'una e al 50% con l'altra realtà. E che comunque trasferire i servizi non sarebbe un problema».

Dal suo osservatorio, come sta andando l'economia del vostro territorio? Si vede la ripresa?

«Una ripresa leggera, basata sul turismo che è andato bene la scorsa estate. Ma siamo ottimisti per i Mondiali 2021, vedo uno staff che sta lavorando molto bene in quella prospettiva».

Dal consolidamento delle Bcc, in due o tre poli, cosa deriverà? Ci sarà una ulteriore restrizione del credito per le imprese e le famiglie del Veneto?

«Difficile dire in generale, di certo vedo scarsa fiducia nelle banche in generale, dopo quello che è successo in Veneto. Come Rurale di Cortina, invece, in qualche modo abbiamo usufruito della scarsa credibilità altrui, basta vedere la crescita della raccolta diretta. E continueremo a sostenere l'economia locale, come sempre».

Il sistema delle Bcc in Veneto ha vissuto negli ultimi anni una stagione difficile, con molti commissariamenti. Una sorpresa per lei?

«Per me sì, non me lo aspettavo; ma in ogni caso credo sia stato bene commissariare là dove era necessario, risanare, ripartire. Poi è chiaro che le difficoltà del sistema le pagano anche le banche che vanno bene. A noi, ad esempio, il salvataggio delle quattro banche (Banca Marche, Pop Etruria, Carife, CariChieti) è costato lo scorso anno 200.000 euro, oltre a 56.000 per il nuovo fondo europeo e 400.000 euro messi a servizio del movimento».

La prossima riunione del Consiglio di amministrazione della Cassa Rurale è fissata per martedì 25 ottobre.

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