L’Anello del Popèra pronto a sbarcare su Google Street View

Quattro appassionati sono partiti dal rifugio Berti per mappare il percorso grazie a uno zaino tecnologico

COMELICO. Anche il Comelico nelle mappe di Google. Mercoledì, i comeliani Angelo Canavesi, Felice Zambelli e Silvio Festini, coordinati da Bruno Zannantonio del Cai regionale, hanno mappato con Google trekker l’Anello del Popèra, che fra un paio di mesi sarà disponibile su Street View e visibile quindi in tutto il mondo.

Partendo dal rifugio Berti, i quattro, con in spalla lo zaino iper-tecnologico di Google (dotato di macchine fotografiche capaci di scattare sette panoramiche ogni 10 secondi) sono saliti alla Croda sora Colesei, passando per l’ex rifugio Sala e il “belvedere”; l’itinerario mappato è poi passato per la forcella Popèra e il laghetto posto ai piedi del ghiaione che porta al passo della Sentinella. Da lì il rientro al rifugio Berti. È poi stato mappato anche il percorso di accesso tra i rifugi Lunelli a Selvapiana e Berti, in modo che fra un paio di mesi sarà possibile in tutto il mondo pianificare la propria escursione anche in questa area direttamente sul pc, sul tablet o sullo smartphone.

Così, dopo il giro delle Tre Cime di Lavaredo e dopo aver “navigato” nelle Dolomiti meridionali bellunesi, arrivando al rifugio Settimo Alpini e al “mitico” Bus del Buson, lo “zaino” di Google trekker è giunto anche in Comelico. «Il tutto», spiega Zannantonio, «mantenendo l’impegno preso con il coordinatore degli itinerari Giuliano Vantaggi, durante la riunione che i presidenti dei Club Alpini Regione Dolomitica hanno avuto il 14 maggio con la Fondazione Dolomiti Unesco».

La mappa nel giro di un paio di mesi sarà disponibile su internet e visibile in tutto il mondo, fungendo da volano turistico per queste zone che fanno parte dal 2009 del patrimonio Unesco.

Il rifugio Antonio Berti nel gruppo montuoso del Popèra, nelle Dolomiti Nord-orientali, sul ciglio meridionale del Crestòn Popèra, è geograficamente inserito nei territori riconosciuti dall’Unesco con la definizione “Dolomiti Patrimonio dell'Umanità” e fa parte del 5° gruppo nell’area “core” “Dolomiti Settentrionali”. Il rifugio rappresenta idealmente il punto di partenza dell’Anello del Vallòn Popèra, ricco di importanti aspetti naturalistici, paesaggistici e di storia. Un percorso circolare di modeste difficoltà e impegno fisico che, attraverso i sentieri Cai n. 101/122/124, eredità di percorsi della Grande Guerra, permette di visitare la zona del Crestòn Popèra e parte del Vallòn Popèra.

«E' un itinerario molto bello, noto anche per essere stato già inserito», sottolinea Zannantonio, «tra i 'sentieri tematici e parlanti' delle Dolomiti Unesco. Un'applicazione che illustra alcuni fra i più interessanti percorsi delle Dolomiti bellunesi e che è stato finanziato dalla Regione veneto, realizzato in collaborazione con il Cai e promosso dalla stessa Fondazione. Ora con Google avremo una platea planetaria».

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