L’anno nero del Covid: 320 morti in più nel Bellunese

BELLUNO. Nell’anno con più morti dalla fine della seconda guerra mondiale, la provincia di Belluno ha pianto 2. 947 decessi, 320 in più del trend degli ultimi anni (media 2015-2019), per un incremento di oltre il 12%.
È stato terribile, il 2020, e sul fronte della malattia (e delle sue conseguenze) anche più di quello che indica il dato bruto: occorre infatti considerare che, con i limiti agli spostamenti e molte attività economiche ferme, ovunque sono calati i decessi per incidenti stradali o sul lavoro. Ed in effetti, il numero dei decessi che la sanità pubblica attribuisce ufficialmente al Covid, 445, è ben più pesante di quel 320.
Non si dimentichi che di quel 320, 212 sono tra gli over 85 (il 20,8% in più del lustro precedente).
I mesi del 2020 più orribili sono stati novembre e dicembre dello scorso anno: rispettivamente c’è stata una impennata di decessi Covid con 127 casi e 155 casi. Non che all’inizio del lockdown, marzo 2020, sia andata meglio ma almeno si restava nei numeri a due cifre e anche piuttosto bassi: 71 il massimo di decessi ad aprile, 18 a marzo e 24 a maggio.
L’estate è stata una grazia: un decesso a giugno e luglio, zero morti ad agosto e settembre. La brutta piega della statistica è ripresa ad ottobre 2020 con 48 morti per Covid.
Tra i Comuni, c’è chi ha raddoppiato i decessi di tutte le età rispetto alla media degli anni tra il 2015 e il 2019: 25 in più a Belluno (420,6 di media tra il 2015 e il 2019, 446 nel 2020); 36 in più a Pedavena da 65 a 101 l’anno scorso con il 55,4% in più.
A Perarolo per esempio si è passati da 3,6 decessi in media tra 2015 e 2019, a otto solo nel 2020: il 122,2 per cento in più.
E a guardare le percentuali, anche a Vodo sono arrivati i brividi con il 118,8 per cento di perdite: 21 nel 2020 contro 9,6 in media nel quinquennio precedente. Ben 35 decessi in più anche a Borgo Valbelluna con quasi il venti per cento in più. Feltre è invece in linea con gli anni precedenti: 245 contro 244,4 del quinquennio. Quindi Cortina con il 28% in più e 19 decessi in più (85 l’anno scorso); Domegge con il 38,4% in più (pari a 12 morti in più nel 2020, 44 contro 31,8). Quasi raddoppio a San Gregorio, Santo Stefano, +74,7 a Vodo.
Ma ci sono anche i Comuni fortunatamente graziati da questa classifica pesante per la popolazione. Saldo negativo ad Alano di Piave che registra un -12 morti nel 2020 (-30,7%), quindi Agordo con un -10,1% e sei morti in meno nel 2020 (50 contro i 55,6 di media nel quinquennio precedente)Anche a Falcade -6 e -21,8 (23 del 2020 contro 29,4 in media), -7,3% a Seren del Grappa, -17,4 a Sovramonte e -41,2 a Zoppè che ha contato 2 scomparse.
Nell’analisi tra i decessi degli over 85, cioè dei nonni, Belluno ne ha avuti 20 in più, Arsiè e Auronzo il 45% circa in più, Chies il 51 per cento in più con 13 (4 più del 2015/2019).
Spicca Vodo di Cadore con il 246 per cento in più di decessi tra gli over 85: 9 nel 2020 contro la media di 2,6 2015/2019. Davvero percentuali impietose, dovute soprattutto alla situazione nelle case di riposo particolarmente colpite dalla pandemia. Anche Lozzo con il 160% in più: 13 nel 2020 contro i 5 di media tra il 2015 e il 2019. Il 150per cento in più anche a Perarolo, il 163,2% a San Gregorio. Il 74,3% in, il 129% in più a San Vito più a Pedavena.
Il Covid ha segnato percentuali negative fra gli over 85 in Agordino. Non ha colpito i nonni di Colle Santa Lucia che ha segnato percorso netto con zero casi; bene è andata anche a Gosaldo; percentuali negative anche a Rocca Pietore, Selva di Cadore con il 64 per cento in meno e Seren del Grappa. Anche Vallada Agordina ha registrato il 77,3% in meno di scomparse tra gli anziani con un decesso in tutto il 2020 over 85 contro la media dei 4,4 tra il 2015 e il 2019. —
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