L'Anpi di Belluno: «Il 25 aprile non si cancella»

Il messaggio arriva da Pian de le Femene dove si commemorano i martiri della libertà
La manifestazione partigiana a Pian de le Femene
La manifestazione partigiana a Pian de le Femene
LIMANA
. Giorni decisivi, i prossimi, per le modifiche della Manovra e dall'alto di Pian de le Femene, il "popolo della Resistenza" lancia un messaggio a Roma. «Restituiteci le date che ricordano il nostro patrimonio di libertà e democrazia», a cominciare da quella del 25 aprile, ha detto l'assessore di Limana Roberto Piol, in rappresentanza del sindaco, a quanti si sono radunati al Pian de le Femene per commemorare Agostino Piol ed i martiri della libertà. Altro puntuale appello quello dell'ex sindaco (per 36 anni), Renato De Fanti.

«Commemoriamo i 150 anni dell'Unità d'Italia, la Resistenza si può chiamare, a ragion veduta, il secondo risorgimento italiano. Diventata poi una Repubblica, l'Italia è oggi fondata sulla Costituzione, fiore stupoendo nato sulle rovine della guerra. Che Dio ce la salvi. E ci lascino quella che c'è».


Una bella mattinata di sole e 10 gradi di temperatura meno che in valle, hanno accolto numerosi reduci della lotta partigiana, all'ombra di quello che, come ha ricordato De Fanti, è il primo e fino ad oggi unico museo in Italia dedicato alla Resistenza. Davanti al monumento alla donna partigiana dello scultore Pezzei, Don Costantino De Martin ha celebrato la messa, tra l'altro invitando a pregare e a far memoria dei caduti, ma anche a perpetuarne gli insegnamenti. «Questi nostri uomini hanno vissuto per la libertà - ha tenuto a dire - per un popolo libero e con un senso vero della vita». La comunità di Limana era presente numerosa, col proprio gonfalone; non mancava una delegazione comunale di Trichiana, anch'essa col gonfalone.


Assenti, invece, le istituzioni del Trevigiano, ad eccezione di due assessori di Revine e Fregona. Eppure proprio a Revine, nel primo fine settimana di settembre, arriveranno gli skinheads da tutta Europa e proprio al raduno di ieri mattina l'Anpi di Treviso ha invitato anche quella di Belluno ad esserci, per manifestare "contro chi rinnega la nostra storia". «A rinnegare la storia sono però - puntualizza il presidente Umberto Lorenzoni - sono anche quei ministri che vogliono la cancellazione delle date che fanno memoria dei nostri sacrifici per la libertà e la democrazia». Al Pian de le Femene è salito anche l'assessore Paolo Gamba, di Belluno, con fascia tricolore in spalla e cappellino dell'Anpi in testa. «E' la terza volta che ci vengo. Quindi vuol dire che ci credo. In un momento difficile e delicato come questo - sottolinea Gamba - è importante far memoria di chi ha permesso all'Italia di conquistare libertà e democrazia». Si guarda intorno, il rappresentante del Comune di Belluno, ed è evidente la sua soddisfazione. E non la nasconde. «Ci serve un po' di patriottismo. Dobbiamo imparare da questa gente». Il cronista coglie lo spunto per fargli commentare quanto è avvenuto in Cadore, in questi giorni. «Lassù il patriottismo è proprio mancato. Ci siamo presentati col capello in mano e oggi Belluno è drammaticamente più sola».

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