L’appello del sindaco «Risolviamo il caso e saremo comunità»

La vicenda del bambino autistico allontanato da catechismo analizzata dalla Diocesi che per ora non prende posizione
22/11/2014 Citta' del Vaticano, udienza del papa alle famiglie, alle associazioni e agli enti di cura delle persone con autismo. Nella foto papa Francesco riceve il saluto di un ragazzo autistico
22/11/2014 Citta' del Vaticano, udienza del papa alle famiglie, alle associazioni e agli enti di cura delle persone con autismo. Nella foto papa Francesco riceve il saluto di un ragazzo autistico

FELTRE.

Il caso del bambino di otto anni affetto da autismo ed escluso dalle lezioni di catechismo perché disturberebbe le attività ha segnato profondamente il dibattito nel paese del feltrino dove si sono svolti i fatti. Ieri è stata la giornata della riflessione da parte di tutte le parti interessate: papà e mamma del bambino sono sempre determinati a non lasciare cadere la cosa, spalleggiati dai genitori degli altri bambini che per solidarietà hanno tenuto a casa i figli non portandoli alla lezione di giovedì. La notizia di quanto accaduto nel Feltrino è arrivata fino alla Diocesi, che peraltro, al momento non ha inteso prendere posizione sulla vicenda. La questione è comunque valutata con attenzione e non è da escludere che oggi possa arrivare una prima risposta dal vescovo di Belluno- Feltre al quale i genitori del bambino si sono rivolti annunciando anche di volere tentare di contattare papa Francesco.

Chi parla, invece, tentando una sorta di mediazione, è il sindaco del Comune che si trova a gestire lo scomodo episodio. Il primo cittadino interviene, forte della conoscenza del caso, della famiglia e dei religiosi implicati. Le sue parole gettano un ponte per riallacciare il dialogo: «Pur nel pieno rispetto dei ruoli diversi tra Chiesa e Stato, ritengo che il tema interroghi la coscienza di tutti», afferma il sindaco. «La questione è allo stesso tempo molto delicata e molto complessa. In casi come questo è richiesto un impegno aggiuntivo da parte di tutti noi, se vogliamo essere una vera comunità. Questo è un punto fermo. E di partenza. L'auspicio è che il dibattito ci faccia crescere e si sviluppi nella ricerca di soluzioni concrete, e che veda i principi e le emozioni come punto di partenza. Speriamo però che la discussione cresca intorno al tema generale, di cui tutti dobbiamo farci carico, tenendo tuttavia al riparo il bambino del caso specifico che dobbiamo maggiormente proteggere per la sua fragilità».

Roberto Curto

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