Larese Filon: «Voleva un territorio coeso»
BELLUNO. La Provincia, oggi, non è più quell’ente che guidava Sergio Reolon. «Ma il suo ruolo non è venuto meno e sono stati fatti passi avanti per unire il territorio e creare occasioni di sviluppo». Oggi la fascia di presidente la indossa Daniela Larese Filon, che ha condiviso con Reolon l’esperienza amministrativa a Palazzo Piloni. Era l’assessore al lavoro, nei tempi bui delle crisi di Acc e Ideal Standard, «e allora abbiamo fatto un gran lavoro, su moltissimi aspetti, dal demanio idrico al riconoscimento ottenuto dalle Dolomiti, per non parlare della mostra del Tiziano, la redazione del Ptcp, tutte le crisi del lavoro che abbiamo affrontato», spiega la Larese Filon. «Ma quella Provincia aveva deleghe proprie, mentre oggi tutto è in discussione, a partire dalla specificità». E dal tema delle risorse, che lo Stato ha tagliato rendendo impossibile pianificare un’attività.
«La Provincia è diventata un altro ente, gestito dai sindaci. Non è più possibile governare come allora, anche perché nemmeno le associazioni di categoria hanno il peso che avevano anni fa. È cambiato tutto, ma il ruolo della Provincia per il territorio non è venuto meno. Abbiamo risposto alle richieste delle comunità e si è lavorato molto con tutti i sindaci per superare le divisioni, i campanilismi, contro i quali ha lottato per anni anche Sergio Reolon».
I fondi dei Comuni di confine sono stati un’occasione per dialogare e unirsi attorno a progetti comuni, per definire quella visione organica del territorio senza la quale non ci può essere sviluppo. Ora molto del futuro della Provincia è in discussione. «Ma io credo che lo Stato troverà una soluzione. Deve trovarla, perché non si può togliere alle Province la possibilità di gestire e scuole e le strade». Solo gestendo il futuro la Provincia può tornare forte. Di questo ne era convinto Reolon, ne è consapevole anche Daniela Larese Filon.
Alessia Forzin
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