Largo Poste, un “buchino” che non serve

Il Comitato civico Cortina attacca l’amministrazione Franceschi: «Il beneficio pubblico è andato a farsi benedire»
Di Alessandra Segafreddo

CORTINA. «Il “bucone” in Largo Poste è una stupidaggine: finalmente è accertato». Così il Comitato civico Cortina interviene nuovamente sul progetto del nuovo park interrato, avviato nel 2010 dall'amministrazione Franceschi e affidato alla municipalizzata Servizi Ampezzo. Progetto che a tutt’oggi non è ancora partito: la decisione ultima spetta al commissario straordinario Carlo De Rogatis e verrà assunta nelle prossime settimane.

Sul tavolo ci sono due ipotesi: la prima, che sembra la più accreditata, prevede di realizzare un solo piano di park interrato (dai tre ipotizzati all’inizio) e di mantenere la piazza come è adesso, con 72 posti auto disponibili; l’altra è lo stralcio dell'opera, operazione molto complessa e rischiosa, in quanto fino ad oggi sono stati spesi due milioni e mezzo di euro per l'iter e i lavori di carotaggi e bonifiche effettuati, e sono stati venduti 50 posti auto, con un incasso per la municipalizzata Servizi Ampezzo di 8 milioni e mezzo di euro.

A chiedere lo stralcio dell’opera sono in tanti: residenti, categorie economiche e turistiche, ex consiglieri di minoranza. «La triste vicenda del parcheggio interrato», dichiarano dal Comitato Civico, «su cui noi avevamo fin dall'inizio allertato l'amministrazione comunale e la Se.Am, è quasi giunta a conclusione. Come un inesorabile conto alla rovescia, dal “bucone” si è passati al “buchino”: all'inizio dovevano essere tre piani, poi due con un mezzanino, poi è stato tolto il mezzanino perché comunque c’erano problemi con le falde acquifere, ora si ipotizza un piano solo; inoltre, niente piazza Medaglie d'oro per le premiazioni dei Mondiali 2021, ma ancora il parcheggio sopra la piazza, per permettere alla Se.Am di incassare il ticket dei posti auto che verrebbero a mancare sotto terra. Tutto ciò, senza ancora un nulla di fatto».

«La precedente amministrazione comunale si incaponì su una decisione scellerata che ha portato a spendere 2,5 milioni di euro senza concludere niente», proseguono quelli del comitato. «Amministratori comunali e Se.Am. se la sono poi data a gambe nel luglio scorso e hanno lasciato a chi è venuto dopo una bella gatta da pelare. Oggi sembra che sia possibile costruire al massimo un piano interrato, giusto per salvare i due milioni e mezzo di euro già spesi, che altrimenti sarebbero buttati. Soldi che il Comune dovrebbe in ogni caso tirare fuori per salvare la Se.Am. Il piano interrato di fatto servirà per soddisfare i privati che hanno già acquistato i posti auto ed evitare un ipotetico contenzioso con la Se.Am. Il beneficio pubblico è andato a farsi benedire da un pezzo».

Il comitato attende fiducioso una scelta definitiva in tempi brevi. «A nostro avviso», concludono, «l'aspetto più importante sul futuro dell'iter è il fatto che a decidere le sorti di questa opera pubblica siano dei professionisti fuori dalle logiche politiche. Nessuno potrà recriminare che non si scavi in Largo Poste per questioni di scelte politiche o per contraddire l’ex presidente Se.Am. Marco Siorpaes che, appoggiato dall'ex sindaco Franceschi e dalla sua giunta, tanto ha voluto quest’opera, tanto si è speso o meglio, ha speso dei nostri soldi».

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