Laritonda, nuovo interrogatorio

Il pm ha chiesto l’incidente probatorio sull’esplosione della pizzeria
PIEVE DI CADORE. Pizzeria esplosa: il pm ha chiesto l’incidente probatorio. Il sostituto procuratore Sartorello vuole sentire Fabio Laritonda, in vista della chiusura delle indagini sull’incendio con esplosione della pizzeria Mordi e fuggi di Pieve di Cadore di aprile. Ma lunedì prossimo ci dovrebbero essere anche gli altri quattro indagati per danneggiamento fraudolento di beni assicurati e incendio doloso aggravato: Pasquale Ferraro, Giuseppe Lauro, Alessandro Piccin e Luigi Zanettin, insieme ai rispettivi avvocati.


L’appuntamento è per mezzogiorno e Laritonda arriverà da Brindisi, dove sta scontando i domiciliari in famiglia, dal momento che non è più in grado di farlo a Domegge. Il principale indagato è l’unico ad aver confessato le proprie responsabilità e ad aver collaborato con la magistratura: ha fatto i nomi del gestore del locale Piccin, come mandante e di Zanettin, come tramite. Ed è anche l’unico ancora ristretto ai domiciliari, soprattutto dopo che è evaso e per questo è stato condannato per direttissima a un anno. L’appello del difensore Mauro Gasperin sarà discusso l’8 gennaio.


Gli altri hanno respinto tutti gli addebiti e il solo a dover ancora osservare delle misure cautelari è Ferraro, che ha l’obbligo di dimora e di firma a Brindisi. È il giovane pizzaiolo, difeso da De Castello, che è rimasto gravemente ferito nell’esplosione dei vapori della benzina. È stato prima in ospedale, tra Belluno e Bari e poi in carcere nel capoluogo pugliese. Piccin (che è accusato anche di calunnia, avvocato Fioraso), il tassista Lauro (Munerin) e Zanettin (Montino) sono tornati in libertà, anche per riprendere a lavorare.


Nell’incidente probatorio, si forma una prova già durante la fase delle indagini preliminari o nell'udienza preliminare prima che queste siano concluse e che si apra il processo, prova che in seguito, ed eventualmente, verrà portata davanti al giudice o al gup. La procura della Repubblica vuole sapere di più, prima della chiusura dell’indagine e delle richieste di rinvio a giudizio.
(g.s.)


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