L’asciugatoio usato dal Papa realizzato a Villa S. Francesco
Il particolare “grembiule” è stato usato dal pontefice durante il rito della lavanda dei piedi. Grande emozione tra i ragazzi e gli educatori della comunità di Facen di Pedavena
PEDAVENA. Papa Francesco ha un asciugatoio del tutto particolare. Un “grembiule” che porta quando lava i piedi agli scarti dell’umanità, siano carcerati, come il giovedì Santo, o tossicodipendenti.
«Con grande sorpresa e tanta emozione, abbiamo visto che ancora una volta Francesco ha voluto portare il nostro asciugatoio: mentre lava e bacia i piedi a dodici detenuti nella Casa circondariale di Civitavecchia», fanno sapere, emozionati, Aldo Bertelle e i suoi ragazzi di Villa San Francesco, la storica comunità a Facen di Pedavena dove trovano riparo e una guida i giovani con problemi oppure abbandonati.
Francesco lo aveva fatto anche nel 2013. «Quell’asciugatoio», ricorda Francesca Avanzo, campionessa di calcio, spalla destra di Bertelle alla guida della comunità, oggi suora, «lo abbiamo realizzato con il telaio della Comunità Villa San Francesco a Facen di Pedavena del Cif di Venezia con 720 fili usati per l’ordito provenienti da tutti i continenti, tessendo per mesi quel singolare grembiule con i fili arrivati da Nazareth, Betlemme, Tekoa, Beit Hanima, Bet Jiallah, Cana, Cirene, Gerico, Tiberiade, Gerusalemme, Ebron, Betania, As-Samu, oltre i fili da pesca usati da pescatori nel lago di Tiberiade e che indossò nella lavanda dei piedi a 12 detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo».
«Se mi accettate così come sono», confessa Francesca agli amici lasciati in comunità, dopo aver scelto il convento, «ho pianto vedendo il video. Ho ringraziato la Provvidenza per i doni che spesso pone sulla soglia del cuore dei ragazzi e giovani che vivono quassù».
Bertelle ricorda ancora, come nove anni fa fosse una follia la tessitura con il telaio di quella tela, con la professoressa Rossi e la signora Patrizia, con i fili dell’ordito pettinati uno ad uno, con tutti i ragazzi e gli adulti della Comunità a tessere, con la Maria de Menotti a cucire il grembiule alla fine. «E noi», ricorda Bertelle, «a portarlo a Roma e a spedire una cartolina alla Rossi che nella sua cucina, la prima volta che siamo andati per chiederle aiuto a metà gennaio, ci aveva detto che ce l’avremmo sicuramente fatta per Pasqua 2014, per poi urlarmi che eravamo dei matti quando le abbiamo risposto ridendo che si voleva farlo per la Pasqua di quell’anno 2013. «E quanti ricordi, almeno uno per filo», sospira Bertelle. E l’impegno a questo punto, a raccogliere l’invito di Bergoglio, rivolto ai carcerati. «Gesù che lava i piedi al traditore, quello che lo vende», dice Francesco. «Gesù ci insegna questo, semplicemente: fra voi dovete lavarvi i piedi… Uno serve l’altro, senza interesse: che bello sarebbe se questo fosse possibile farlo tutti i giorni e a tutta la gente»
«Senza interesse», ripete il Papa. «Dio», aggiunge, «perdona tutto e Dio perdona sempre! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Chiedete perdono a Gesù», insiste Papa Francesco: «C’è un Signore che giudica, ma è un giudizio strano: il Signore giudica e perdona». E conclude esortando ad andare avanti con «la voglia di servire e perdonarci».
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