Laser in faccia al vicino: finisce davanti al giudice

G.s.

BORGO VALBELLUNA

Il laser in faccia al vicino: un puntatore come quelli che qualche ultrà da stadio usa per disturbare il portiere della squadra avversaria, su un calcio di punizione oppure un rigore. Ma anche minacce di morte tutt’altro che velate, a base del classico gesto del pollice che attraversa la gola come per tagliarla, e petardi nel recinto dei cani che a suo parere disturbavano con il loro abbaiare e dopo l’esplosione difficilmente potevano essere più tranquilli.

Samuel Bordin è finito in tribunale per minaccia aggravata, ma nel corso dell’udienza davanti al giudice Berletti e al pubblico ministero Tricoli sono emerse delle altre condotte penalmente rilevanti. La parte offesa, un corriere, ha descritto soprattutto quel giorno di tre anni fa quando – mentre stava consegnando dei pacchi con il suo furgone – si è ritrovato Bordin impegnato in una retromarcia che poteva causare un incidente stradale.

In un secondo momento il futuro imputato avrebbe rallentato con la sua macchina, prima di fermarsi all’improvviso, picchiare con qualcosa di non meglio precisato sulla carrozzeria e fare quel gesto minaccioso nei suoi confronti.

Il corriere di Borgo Valbelluna frequentava una certa pizzeria della zona insieme alla moglie e la titolare ha confermato la circostanza del laser di colore verde puntato dritto in faccia al solo scopo di disturbare. Quando la vittima non era lui, lo diventavano i suoi fedeli quattrozampe, che a giudizio di Bordin erano molesti in quanto abbaiavano. Il processo terminerà il 13 settembre: alle 15, la discussione (difesa Montino e parte civile Paniz), seguirà la sentenza di primo grado. —



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