Latte, nuova crisi in arrivo «Piccole aziende a rischio»

L’allarme del presidente provinciale di Confagricoltura, Diego Donazzolo «Contiamo sui fondi erogati dal Ministero per aiutare chi ha investito nel settore»
20090130 - ROMA - ECO - PARMALAT: CRESCE INCERTEZZA TRA ALLEVATORI, DEBITO 120 MLN - Mucche all'interno di una stalla in una foto di archivio. Il Consiglio dei Ministri ha approvato, secondo quanto si apprende da fonti governative, il decreto legge sulle quote latte presentato dal Ministro delle Politiche agricole alimentarie e forestali Luca Zaia Il Decreto sulle quote latte sana una vicenda che si trascina da 25 anni e che solo nella campagna lattiera 2007-2008 e' costata all'Italia 160 mln di multe. Il decreto arriva dopo un accordo con Bruxelles siglato il 20 novembre scorso e che ha attribuito all'Italia 620.000 tonnellate di produzione in piu' per un valore di mercato di circa 240 milioni di euro. EVERETT K. BROWN/ANSA-ARCHIVIO/ KLD
20090130 - ROMA - ECO - PARMALAT: CRESCE INCERTEZZA TRA ALLEVATORI, DEBITO 120 MLN - Mucche all'interno di una stalla in una foto di archivio. Il Consiglio dei Ministri ha approvato, secondo quanto si apprende da fonti governative, il decreto legge sulle quote latte presentato dal Ministro delle Politiche agricole alimentarie e forestali Luca Zaia Il Decreto sulle quote latte sana una vicenda che si trascina da 25 anni e che solo nella campagna lattiera 2007-2008 e' costata all'Italia 160 mln di multe. Il decreto arriva dopo un accordo con Bruxelles siglato il 20 novembre scorso e che ha attribuito all'Italia 620.000 tonnellate di produzione in piu' per un valore di mercato di circa 240 milioni di euro. EVERETT K. BROWN/ANSA-ARCHIVIO/ KLD

BELLUNO. È in arrivo una boccata di ossigeno per gli allevatori bellunesi, che servirà a fronteggiare la nuova crisi del latte, il cui prezzo sta di nuovo colando a picco mettendo in seria difficoltà le stalle provinciali.

Si tratta dell’anticipo dei soldi del “Fondo latte”, istituito dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, per dare un sostegno alle stalle che hanno effettuato investimenti e ristrutturazioni aziendali, andando a coprire anche interessi passivi.

Agli allevatori bellunesi arriverà un anticipo pari al 28% della cifra richiesta che, a livello nazionale, è pari a 2,7 milioni di euro. Una notizia positiva accolta con soddisfazione da Confagricoltura Belluno, dato che giunge in un nuovo momento difficile per gli allevatori, con il prezzo del latte nuovamente in caduta libera: si sta assestando, a livello europeo, sotto i 35 centesimi.

Un calo che sta facendo tornare la preoccupazione tra gli allevatori bellunesi, a due anni di distanza dallo stesso problema che aveva messo in pericolo le aziende agricole locali. «Molte aziende, soprattutto le piccole, sono state costrette a chiudere i battenti», sottolinea Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno, «e quando una stalla chiude, poi difficilmente riapre, visti i costi. Se ci trovassimo ancora nelle stesse condizioni, molte altre, soprattutto nella parte alta della provincia, potrebbero chiudere con conseguenze anche dal punto di vista ambientale».

Nel 2017 la crisi era stata superata, grazie alla ripresa del settore.«Ci fa piacere che stiano arrivando i soldi per le nostre aziende che hanno fatto investimenti e ristrutturato le stalle in anni durissimi per il comparto», dice il presidente.

«Dopo l’anticipo ci aspettiamo anche il saldo, auspicando che non si creino inutili aspettative, come spesso accade, perché le aziende non hanno bisogno di spot ma di misure strutturali, che vanno ripetute fino a quando non saremo usciti dalla crisi».

Una crisi che, per quanto riguarda il latte, per Donazzolo si sta riaffacciando in tutta Europa, a causa della sovrapproduzione europea e del calo del prezzo del burro. Italatte, il più rappresentativo gruppo a livello nazionale nell’ambito dell’industria della trasformazione, ha proposto già da marzo una deroga al contratto in vigore, proponendo un abbassamento del prezzo da 37 centesimi al litro a 35,5.

«In questo momento l’Italia sta producendo un 4% in più di latte», spiega Donazzolo. «Si sta facendo troppo formaggio a basso costo, che va a togliere valore anche alle nostre Dop, con una corsa al ribasso che rischia nuovamente di metterci in ginocchio. Nel 2017 avevamo respirato un po’ meglio, con il latte pagato sopra i 40 centesimi grazie all’olio di palma messo al bando, al prezzo del burro raddoppiato e all’aumento dell’import di latte in polvere da parte dei Paesi extracomunitari. Ora, a 35 centesimi, gli allevatori non riescono a pagare neppure i fornitori».

È per questo che, per il Bellunese, le misure di sostegno rimangono fondamentali per mantenere viva la montagna, che produce il 10% del latte italiano. «È giusto sostenere le piccole realtà che stanno scomparendo, ma anche i giovani, che vanno invogliati a continuare l’attività dei padri», conclude Donazzolo. «Il lattiero-caseario deve rimanere uno dei settori di punta del nostro territorio, anche con l’aiuto di politiche di marketing mirate a valorizzare la tipicità e il pregio dei nostri prodotti di montagna».

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