Latteria di vallata, i giovani agordini ci credono

I ragazzi sono alla guida delle aziende più grosse che conferiscono alla cooperativa. Chissalè: «Futuro interessante»

AGORDINO

«La giovane età dei soci alla guida delle aziende che rappresentano la spina dorsale della cooperativa ci fa pensare a un futuro interessante». Se la si vede dalla prospettiva da cui la guarda Roberto Chissalè, presidente della Cooperativa Agordino latteria di vallata, la storia della Fiera del Bestiam, che sabato sul Broi di Agordo festeggerà la sua ventesima edizione, acquisisce un valore particolare.

L’ultimo (in ordine di tempo) dei 23 conferitori di latte alla cooperativa di Toccol aveva solo un anno nel 2000, alla prima edizione della fiera.

«Da qualche settimana – dice Chissalè – Nicola Tabiadon di Falcade, che fa il falegname, si è comprato tre mucche: non gli pesa alzarsi alle 4 e mezza e poi a meno un quarto alle sette essere sul posto di lavoro».

Sarà forse che Nicola, come dicono Claudio, Sergio e Luca, tre dei soci della cooperativa sorta tra il 2005 e il 2006, è nato con la passione per gli animali, sarà che ha sentito spesso parlare di allevamento e di agricoltura, ma sarà pure che oggi può contare su una “casa”, la cooperativa appunto, che nel 2018 ha lavorato 10 mila quintali di latte (erano 4 mila all’inizio e 6 mila nel 2013).

«L’età media dei soci conferitori – sottolinea Chissalè – è di circa 43 anni. Ci sono dei soci più anziani, ma alla guida delle aziende grosse troviamo i giovani e questo vuol dire che davanti c’è strada. E, aggiungo, è un dato in controtendenza con quello nazionale».

Fin qui, partendo dall’idea di mettere assieme le forze, di strada ne è stata fatta già parecchia. «Solo così, mettendoci assieme – spiega Chissalè – si può affrontare in montagna la sfida della zootecnia e dell’agricoltura. Non è stato semplice, ma al di là di qualche eccezione la risposta è stata positiva e i soci ci hanno creduto anche quando, all’inizio, prendevano i soldi del latte ogni quattro mesi». Oggi dalla cooperativa (che conta tra l’altro otto dipendenti) i pagamenti arrivano regolarmente e dai 39 centesimi al litro del 2006 si è saliti ai 58 attuali. Merito dei produttori, dei casari, ma anche dei clienti che – come rimarca Chissalè – sono disposti a pagare qualche centesimo di più per avere un prodotto genuino».

«Le manifestazioni legate al mondo agricolo cresciute in questi anni – continua il presidente della cooperativa – hanno contribuito a mettere in moto un processo culturale di riscoperta delle tradizioni e di valorizzazione della qualità dei prodotti locali. Credo che siamo riusciti ad essere all’altezza delle richieste dei clienti che cercano alimenti di qualità legati a un ambiente pulito e curato. Oggi i nostri prodotti arrivano in varie parti della provincia, ma anche in Primiero e nel Veneto. Un turista, che si fermava di passaggio, oggi ha messo su una rivendita a Gaiarine e ogni settimana gli facciamo una consegna. Al rinfresco del suo matrimonio ha voluto i nostri “Binatega” e “Focobon” . Devo dire che, nella negatività, anche Vaia ha contribuito a farci conoscere. Ringrazio ancora le tante aziende che ci hanno scelto per fare pacchi regalo arrivati anche al Politecnico di Milano».

Per il futuro intanto si guarda al nuovo spaccio. «Vorremmo riuscire a retribuire con prezzi sempre più alti il latte conferito – conclude Chissalè – e diventare sempre più la casa degli allevatori. Lo spaccio? Stiamo valutando alcune opportunità: ci piacerebbe creare qualcosa legato a un “bar bianco” con il gelato fatto con il nostro latte». —


 

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