Laura e gli altri, giovani di successo
Insieme con la Coden, il racconto di Andrea Zancanaro e Enrico Riccobon, tra speranze, ironie e risultati già raggiunti

BELLUNO. Una modella aspirante personal trainer, uno scrittore aspirante medico, un atleta su cui aleggiano grandi aspettative olimpioniche.
Laura Coden, Andrea Zancanaro ed Enrico Riccobon sono i tre volti della Generazione dolomitica, i tre vanti del nostro territorio che l’associazione Vivaio Dolomiti ha deciso di mettere in “mostra” all’Astor. Un dialogo a quattro condotto da Ilario Tancon nei meandri della biografia, tra aneddoti e qualche confidenza.
Laura siede in mezzo e indossa la fascia di miss Italia. Andrea accarezza il libro dov’è contenuto il suo racconto vincitore dell’ultima edizione del premio Campiello giovani. Enrico è sul lato opposto ed è vestito di umiltà e orgoglio. Laura Coden ha gli occhi da cerbiatto e 7 anni di pallavolo nel cuore. A ottobre ha iniziato il primo anno di Scienze motorie a Urbino e il 9 settembre è arrivata seconda al concorso nazionale Miss Italia.
«La mia bellezza non è un talento», ammette, «non mi sono mai piaciuti i concorsi di bellezza, è stata la famiglia a spingermi. Dopo la fatica di Jesolo sono arrivata alla finale in un modo inaspettato, ero tranquilla e non pensavo lo sarei stata fino alla fine. Mi dispiace non aver vinto, ma so di essere giovane e che avrò molte altre possibilità, non soltanto nel mondo dello spettacolo», che già inizia a piacerle.
Dopo il risultato settembrino ha firmato un contratto con la Freddy, lavora a Milano e ha già fatto un servizio fotografico per Donna Moderna che l’ha messa in copertina. «Prendo i giorni come vengono. Sono lontana dalla mia casa, da Feltre, e mi dispiace, ma so che questo non cambierà. Se è quel che voglio fare, lo devo fare lontano da qui. Ma sempre tornando».
Lo stesso giorno il 22enne feltrino Andrea Zancanaro calcava un altro palco. Quello della Fenice, dove era salito per ritirare la «pantegana di vetro», il trofeo della vittoria del Campiello giovani. Anche lui è feltrino, ha 22 anni ed è appassionato di pittura, canto e opera lirica. «La mattina della vittoria ero in piazza San Marco con Natasha Stefanenko. Quando ci siamo salutati mi si è impigliata la zip del maglione nel suo vestito all’altezza del fondoschiena, mentre dei cinesi ci fotografavano compulsivamente», racconta scaldando il pubblico di risate.
Andrea studia medicina a Firenze ed è cintura marrone di karate. «Ogni tanto vado a correre», ironizza rivolgendosi a Enrico, «ma con te non vengo ad allenarmi sennò sto fresco».
Riccobon è suo coetaneo ed è partito come calciatore, per poi approdare ai campionati italiani di atletica leggera che pratica da 7 anni, vincendoli. Mezzofondista veloce, corre per fare fatica e fa fatica per correre. «Sicuramente sono un privilegiato ad avere queste doti sportive, sul talento devo lavorarci ancora molto». Gli onori di casa li fa Gianni Pastella con una battuta: «Dopo la foto con la miss posso ritirarmi da presidente del Vivaio», ironizza, per poi spiegare che «i nostri talenti non vengono adeguatamente valorizzati, ma noi vogliamo che si ricordino di Belluno quando diventeranno famosi». Anche Roberto Padrin sottoscrive: «Diamo loro spazio: non bastano gli articoli sul giornale per far conoscere le nostre eccellenze ai bellunesi».
Francesca Valente
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