L'auto sfrecciava a 130 km orari

Ecco le motivazioni che hanno indotto il pm a scagionare il «pirata»
La vettura sulla quale viaggiava Andrea Perot il giorno dell’incidente che gli è costato la vita vicino a Pordenone
La vettura sulla quale viaggiava Andrea Perot il giorno dell’incidente che gli è costato la vita vicino a Pordenone
 
SANTA GIUSTINA.
L'auto su cui viaggiava Andrea Perot e guidata dal suo titolare, Guido Maccan, andava ad una velocità di 130 chilometri orari, di gran lunga oltre il limite. Ed inoltre la manovra che Adrian Pez effettuò, uscendo dal parcheggio di un ristorante a Prata, per immettersi nella statale Opitergina, fu corretta.
 Sono queste le motivazioni del consulente tecnico della procura di Pordenone, in base alle quali, il pubblico ministero Monica Carraturo, ha chiesto l'archiviazione del procedimento penale per omissione di soccorso e omicidio colposo a carico del commerciante di Codroipo, arrestato un paio d'ore dopo l'incidente che costò la vita all'ex amministratore comunale di Santa Giustina e al suo titolare.  Il pm Carraturo ha formalizzato la richiesta di archiviazione dell'inchiesta a carico di Pez al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Pordenone. Ora, dunque, spetterà al gip l'ultima parola nel caso in cui, i legali delle parti offese, decidano di opporsi alla richiesta del pubblico ministero.  Confermata, dunque, l'indiscrezione che riguarda l'inchiesta sull'incidente del marzo scorso, in cui morì il noto manager e politico santagiustinese, nell'immediatezza del quale una persona fu arrestata e "bollata" come pirata della strada.  Quel primo pomeriggio dell'11 marzo scorso, Perot, amministratore della FriulIntagli, si trovava a bordo dell'Audi Rs6, condotta da uno dei titolari della sua azienda, Guido Maccan, 37 anni. Con loro, c'era anche un altro dipendente dell'azienda di Prata di Pordenone, il mestrino Lorenzo Citran, rimasto ferito non gravemente. I tre avevano appena lasciato la sede della FriulIntagli diretti ad un vicino ristorante di Portobuffolè. Mentre affrontava un'ampia curva, Maccan si trovò di fronte l'auto di Pez, che usciva dal parcheggio di un ristorante per immettersi sulla statale Opitergina. Il conducente dell'auto, su cui viaggiava l'ex amministratore comunale santagiustinese, per evitare l'impatto avrebbe sterzato d'istinto, perdendo il controllo dell'Audi e invadendo la corsia opposta. L'Audi divelse un palo dell'illuminazione ed alcuni cartelli, finendo nel fossato laterale della strada e fermandosi in un boschetto. Per Perot ed il suo titolare, sbalzati all'esterno dell'abitacolo, "anche per non aver - come sostiene il consulente - indossato le cinture", non vi fu nulla da fare.  Il consulente tecnico della procura ha accertato che se il conducente dell'Audi su cui viaggiava Perot avesse rispettato il limite di velocità sarebbe riuscito a frenare in tempo, senza uscire di strada. Le conclusioni del consulente, il fatto che la manovra di Pez, uscendo dal parcheggio, fosse corretta, e le dichiarazioni di un testimone che sottolineò la prudenza dimostrata dall'indagato mentre era alla guida hanno indotto il pm a chiedere l'archiviazione dell'inchiesta contro il rappresentante di Codroipo in quanto non ci sono elementi per sostenere l'accusa in aula contro di lui. Pez è stato scagionato anche dall'accusa di omissione di soccorso in quanto lui stesso constatò che, dopo l'incidente, altre persone stavano prestando soccorso alle persone coinvolte nel tragico incidente di Prata di Pordenone.

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