«L’autonomia bellunese entri nell’intesa Stato - Regione»
BELLUNO
«Nell’accordo Stato - Regione sull’autonomia del Veneto venga inserita anche l’autonomia bellunese». È questa la richiesta, univoca e compatta, fatta dai sette parlamentari bellunesi al ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie Erika Stefani. L’incontro è rilevante soprattutto perché, per la prima volta, un gruppo di parlamentari di partiti diversi si è unito in nome del proprio territorio. Tutti, inoltre, riconoscono anche la grande disponibilità dimostrata dal ministro, che ha condiviso le preoccupazioni per la montagna.
«L’incontro è stato molto positivo», dice Roger De Menech, deputato Pd. «Il principio di unità in nome del territorio bellunese è stato condiviso al 100%. Ho rappresentato al ministro l’importanza di rispettare il risultato del referendum del 22 ottobre ’17 con cui i Bellunesi hanno plebiscitariamente votato a favore dell’autonomia provinciale rispetto alla Regione Veneto. Coerentemente, ho chiesto che la Provincia di Belluno entri esplicitamente nell’intesa che da qui a fine mese il Veneto firmerà con il governo. Inoltre, nella legge parlamentare di attuazione dell’intesa, con cui lo Stato devolverà al Veneto alcune funzioni, ho chiesto di inserire un articolo che preveda l’automatico passaggio delle funzioni dal livello regionale alla Provincia di Belluno. Sarà così finalmente applicato in maniera compiuta quanto previsto dalla lr 25 e dal comma 52 della legge Delrio».
Parla di «bella collaborazione e bel lavoro», il deputato di Fi Dario Bond. «Ho chiesto che al prossimo incontro tra i tecnici della Regione e quelli dello Stato, vengano chiamati anche tecnici e giuristi della Provincia di Belluno. Finora la legge regionale 25 non ha trovato applicazione, nell’intesa serve un passaggio specifico».
Il deputato di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, aggiunge: «Abbiamo chiesto una verifica tecnica perché l’autonomia della Provincia di Belluno entro nel corpo dell’intesa, anche perché nasce da un referendum fatto lo stesso giorno di quello veneto, con oltre 100 votanti. Secondo noi questo dovrebbe far parte dell’intesa, prevedendo che, contestualmente al trasferimento di competenze dallo Stato alla Regione, avvenga il trasferimento dalla Regione alla Provincia così come già sancito dalla lr 25. La Provincia non va svuotata dei suoi dirigenti migliori e deve tornare elettiva, con maggioranza definita e un’opposizione garante della democrazia e del controllo, anche per ridare motivazione agli amministratori».
All’incontro c’era anche il deputato di FdI, Marco Osnato, eletto a Milano ma bellunese: «Ho apprezzato molto la compattezza dei colleghi e l’attenzione del ministro. Il percorso non è facile, ma quello che chiediamo per Belluno potrà essere utile a disegnare la strada anche per altre realtà montane. Con Belluno lo Stato può costruire un modello che rilanci il vivere in montagna».
«L’incontro è andato molto bene», conferma il deputato della Lega, Mirco Badole. «L’autonomia, che è una delle battaglie principali della Lega, è diventata interesse di tutti. Ora bisogna approfondire la questione e capire se è attuabile».
Per Federico D’Incà, deputato del M5S: «È rilevante che tutti i parlamentari di un territorio si siano presentati insieme con un’unica richiesta. In un clima pragmatico, la ministra ha mostrato di sentire la tematica. Tutti noi vogliamo che la gente continui a vivere in montagna e siamo disponibili a portare avanti questo impegno senza colore politico. L’idea è quella di prevedere che la Regione trasferisca a Belluno le competenze ottenute dallo Stato, in modo che la lr 25 esprima tutte le sue potenzialità». D’Incà ha chiesto anche un approfondimento di fattibilità sul treno delle Dolomiti.
Infine l’unico senatore dei sette, Paolo Saviane, della Lega, aggiunge un presupposto importante: «Tutti condividiamo la necessità dell’autonomia bellunese, ma per colpa della legge Delrio la Provincia è stata depotenziata diventando un ente vuoto. Prima di tutto, quindi, dobbiamo riformare questo ente. La Lega ha già una sua proposta e ognuno di noi deve convincere il suo partito ad appoggiarla, in modo che la Provincia torni ad essere eletta dal popolo e ci sia il giusto compenso per il lavoro degli amministratori». —
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