L'autonomia bellunese inserita nel percorso dell'autonomia veneta
«Ringrazio il ministro Stefani per l'attenzione da sempre posta nei confronti dell'autonomia della Provincia di Belluno». A dirlo è l'assessore alla Specificità bellunese, Gianpaolo Bottacin, al termine dell'incontro tenutosi al Ministero degli Affari Regionali e delle Autonomie. Nella riunione, a cui, oltre a Bottacin, hanno partecipato il consigliere regionale Franco Gidoni, i parlamentari bellunesi, il presidente e i rappresentanti della Provincia Padrin, è stato chiesto di verificare tecnicamente la possibilità di inserire nell'intesa sull'autonomia del Veneto anche un riferimento alla provincia di Belluno.
È stata anche l'occasione per evidenziare come la legge regionale 25 del 2014 sulla specificità sia già ampiamente applicata nella pianificazione territoriale, nel trasporto pubblico locale, nel demanio idrico, nella viabilità e in altre materie già trasferite: «Per garantire la gestione di tali materie - spiega Bottacin - la Regione in questi anni ha triplicato i fondi erogati alla Provincia di Belluno, come testimoniato dai bilanci dell'Ente approvati dai sindaci bellunesi». Tuttavia nell'incontro si è anche valutato come la legge non possa e non potrà mai trasferire potestà legislativa alla Provincia. È stata quindi sottolineata la necessità, per avere un'autonomia come quella di Trento e Bolzano, di arrivare a una modifica costituzionale che richiede il concreto impegno di tutti i gruppi politici. In caso contrario sarà sempre e solo un'autonomia amministrativa, com'è adesso. «Con l'arrivo dell'autonomia del Veneto - conclude Bottacin - a Belluno potrebbero comunque arrivare molti più soldi e questo sarebbe già un ottimo risultato».
L'inserimento dell'autonomia della Provincia di Belluno nel percorso dell'autonomia veneta «è un grande risultato al quale dovremo aggiungere contenuti sulla nostra specificità con un percorso parallelo affidato a tecnici che dovranno definire i contenuti reali».
Così il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, al termine dell'incontro a Roma con il ministro per gli affari regionali, Erika Stefani. «Per noi è un ottimo segnale da parte dello Stato e della Regione. Va ad aggiungersi alla richiesta forte che giunge da tutte le province italiane - ha aggiunto - di recuperare quel ruolo di riferimento territoriale per le competenze che hanno». Fondamentale, per Padrin, è la possibilità di incrementare la pianta organica. «Se non possiamo implementare nuovo personale - ha concluso - competenze e risorse servono a poco».
«Sono fiducioso che finalmente otterremo dei risultati. Tutti i parlamentari, il Governo e la Regione Veneto sono concordi nell'inserire all'interno dell'Accordo Stato Regione sull'autonomia del Veneto, precisi riferimenti di riconoscimento alla maggiore autonomia della Provincia di Belluno». Lo ha detto Federico D'Incà, deputato bellunese di M5s, al termine di un incontro con il ministro per gli affari regionali, Erika Stefani. «In questo percorso - prosegue D'Incà - ci vuole maturità e forte impegno delle nostre comunità, come abbiamo dimostrato durante l'alluvione. Questo deve essere il primo segnale concreto - ha concluso - per arrivare al sogno che è l'inserimento della Provincia di Belluno nella Costituzione con un'autonomia al pari di quella di Trento e di Bolzano».
Roger De Menech ha proposto di inserire nell’intesa Stato-Veneto la dicitura dell’articolo 52 della legge Delrio ovvero «Le regioni riconoscono alle province di cui al comma 3, secondo periodo, forme particolari di autonomia». Le province in questione sono Belluno, Sondrio e Verbano Cusio Ossola. «Non sappiamo come andrà a finire, dipende molto dal ministro e dall’influenza della Regione», conclude De Menech, «però è già molto positivo che le differenze e le divisioni di carattere politico tra i parlamentari su questo tema si siano molto stemperate».
«L’incontro con il ministro Stefani è stato importante e proficuo. Adesso servono atti concreti per l’autonomia». È il commento del deputato di Forza Italia Dario Bond.
È emerso che verrà organizzato un incontro con i tecnici della Provincia, i tecnici della Regione e quelli del Ministero, per trovare una soluzione e capire se è applicabile il comma 52 della legge Delrio, quello che riconosce alcune competenze particolari alle Province interamente montane confinanti con Stati esteri» commenta Dario Bond. «Credo sia un primo segnale importante per il proseguo del percorso post referendario della provincia di Belluno, perché lega le possibilità autonomiste ad accordi diretti tra Stato e Provincia, anziché ad accordi con la Regione del Veneto, che rischiano di mettere il Bellunese in posizione di debolezza. Mi fa piacere che il ministro abbia accolto la mia proposta di far incontrare i tecnici e i legali di Provincia, Regione e Ministero, in modo da verificare le possibilità legali reali del percorso. Tutto va nella direzione giusta, ma mi preme sottolineare che solo con le giuste risorse il territorio bellunese potrà essere davvero autonomo e in grado di contrastare lo spopolamento in atto. Uno spopolamento che non è certo un problema della montagna, visto che Trento e Bolzano non hanno problemi demografici. Per questo, continuo a sostenere che servono misure particolari in tema di fiscalità».
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