L’autonomia? Si decide a dicembre
BELLUNO. Archiviato il giorno delle promesse, è il momento di verificare come e quando potrebbero avverarsi le parole pronunciate sabato dal premier Enrico Letta a Longarone. La questione più imminente riguarda l’allentamento del patto di stabilità, che blocca i soldi degli enti anche quando ci sono. Letta ha annunciato che martedì potrebbero esserci novità. «In consiglio dei ministri», spiega il deputato Pd Roger De Menech, «dovrebbe arrivare la decisione di svincolare il patto di stabilità, ma non in maniera generica. Da tempo, in Commissione, si è sottolineata la necessità di trovare risorse e sembra che il governo sia disponibile a sbloccare le spese per investimento destinate alla sicurezza degli edifici pubblici (in particolare le scuole) e del territorio, cioè contro il dissesto idrogeologico».
Il senatore del Pdl Giovanni Piccoli conferma, ma aggiunge anche che si sta lavorando affinché l’allentamento dei vincoli sia lineare: «Possono esserci dei Comuni che non hanno problemi idrogeologici e che hanno già sistemato le scuole, ma potrebbero voler investire, ad esempio, sulle strade e sempre per aumentare la sicurezza».
L’autonomia. Il vero centro di interesse del discorso di Letta, però, sta nel riconoscimento della necessità che la montagna bellunese ottenga l’autogoverno. Dopo secoli di promesse la prudenza è d’obbligo, come ricorda Piccoli: «Sono sempre molto preoccupato di non illudere i bellunesi, quindi resto iper prudente. Certo è che bisogna lavorare per ottenere questo obiettivo e la politica è l’arte del possibile. Si naviga a vista, ma sono convinto che occorra battere il ferro finché è caldo», ed è stato lo stesso Letta a metterlo sul fuoco.
Tocca a De Menech dare un po’ di speranza: «Ormai la questione dei territori montani confinanti con l’estero e con le regioni a statuto speciale è ben nota a livello nazionale e a Letta. Il governo sa che non è più rinviabile. C’è una grossa partita in corso che si gioca all’interno della riforma Delrio sulle Province. Lì, in maniera molto concreta, i territori come il nostro dovrebbero riuscire a trovare spazio per forme di autonomia assimilabili a quelle presenti in tutto il resto dell’arco alpino europeo». I modelli, infatti, esistono: «C’è una Convenzione europea delle Alpi che tende a legare i territori alpini e ritengo significativo che Letta ne abbia parlato, perché sono parole che non si dimenticano. Lo sapremo presto, perché la riforma Delrio va approvata a dicembre». Ma molto però dipenderà anche dal Parlamento.
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