L’autovelox non perdona un altro ricorso respinto
BELLUNO. Il velox non perdona. Il misuratore di velocità fisso di via Marisiga, sulla statale 50, ne ha beccato un altro e non sono bastati un primo ricorso davanti al giudice di pace e l’appello in tribunale di fronte al giudice civile D’Addio, per fargli cambiare idea. Alla fine, l’automobilista fotografato a bordo della sua Opel ha dovuto spendere più soldi di avvocato, rispetto a quelli che avrebbe dovuto sborsare pagando la sanzione prevista dal Codice della Strada.
L’uomo, che abita da quelle parti, non andava nemmeno tanto forte. La velocità rilevata dall’apparecchiatura il 7 febbraio dell’anno scorso era di 71 chilometri orari, in una zona soggetta al limite di 50 e regolata dall’autovelox fisso, senza il bisogno della presenza di una pattuglia. Considerato lo scarto di 5 chilometri orari di tolleranza strumentale, si è scesi a 66 e, in ogni caso, 16 oltre il limite consentito.
Il giorno dopo il passaggio la fotografia è stata visionata al Comando della polizia locale e l’accertatore ha quantificato una multa di 133,30 euro comprese le spese entro i primi cinque giorni, oltre a tre punti in meno sulla patente di guida. Probabilmente più preoccupato per i punti che per la sanzione pecuniaria, l’uomo ha incaricato l’avvocato Frate di contestare la sanzione dal giudice di pace. Dall’altra parte, l’avvocato civico Vignola. Il giudice ha respinto il ricorso, a quel punto non rimaneva che attraversare via Segato e fare appello. Ieri il giudice civile del tribunale ha confermato la sentenza di primo grado.
L’autovelox funzionava in maniera adeguata ed erano presenti i cartelli permanenti di preavviso, a 150 metri di distanza dal misuratore, in entrambi i sensi di marcia. Sanzione da pagare e parcella da saldare. —
G.S.
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