Lav: «Da rivedere i piani di abbattimento»
BELLUNO. Rivedere i piani di abbattimento azzerando i prelievi di fauna selvatica per favorire il ripopolamento, e affidare i censimenti dei capi a enti terzi e non agli stessi cacciatori.
La richiesta arriva dalla Lav, attraverso il responsabile nazionale del settore caccia, Massimo Vitturi, dopo l’esperienza portata a termine dalla Lega anti vivisezione sul territorio bellunese: ad aprile il censimento della fauna selvatica sul territorio comunale di Mel è stato realizzato con la collaborazione attiva della Lav, che ha impegnato tre volontarie bellunesi.
Il censimento, spiegano dalla Lav, prevede l’uscita in auto lungo percorsi prestabiliti nelle ore serali e notturne. I fari del veicolo aiutano ad individuare e contare gli animali incontrati che vengono quindi censiti su dei moduli.
Le volontarie Lav, accompagnate dagli agenti della polizia provinciale, spiegano di aver compiuto quattro uscite serali percorrendo un totale di 80 chilometri nelle zone frequentate dagli animali selvatici, equivalenti a circa 12 ore di guida. In totale sono stati contati meno di venti caprioli, spiegano dalla Lav, dieci lepri, nessun cinghiale e qualche famiglia di cervi composta soprattutto da madri con i piccoli.
«I dati raccolti nel corso dei censimenti eseguiti nel comprensorio del comune di Mel sono certamente preoccupanti», spiega Massimo Vitturi, «e non possono che indurre grave preoccupazione per il futuro della fauna selvatica in tutta la provincia di Belluno». Per la Lav, infatti, il conto è presto fatto: nella sola riserva di Mel sono iscritti 130 cacciatori, dunque anche assegnando un solo capo a testa la fauna selvatica verrebbe azzerata.
«Il pesante sospetto è che il grave conflitto d’interessi che vede i cacciatori stessi incaricati di eseguire i censimenti, determini a breve il depauperamento della fauna presente su tutto il territorio provinciale», spiegano dalla Lav.
L’associazione a tutela degli animali ricorda anche che «la legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica precisa che “La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale”. Ne deriva quindi che gli animali selvatici sono un patrimonio di tutti noi cittadini, non solamente dei cacciatori e che, soprattutto, gli enti preposti sono chiamati a tutelari nei confronti di tutta la comunità internazionale. Si rende quindi necessaria una presa di responsabilità da parte della Provincia di Belluno, sempre estremamente accondiscendente alle richieste del mondo venatorio».
Per la Lav i dati dei censimenti parlano infatti chiaro: «È giunto il momento di rivedere i piani di abbattimento allo scopo di favorire la ripresa delle popolazioni di animali azzerando il numero di animali assegnati ai cacciatori».
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