Lavanderie self service nel mirino

Nella lotta all’abusivismo, l’Appia invita i sindaci a controllare queste attività

BELLUNO. Continua la lotta all’abusivismo da parte delle categorie artigiane. Dopo la denuncia di un’attività di estetista all’interno di una profumeria del centro di Belluno - l’attività è stata immediatamente chiusa - ora l’Appia denuncia casi di abusivismo anche nel settore delle lavanderie, soprattutto in quelle self service. Si tratta di esercizi che, dotati di lavatrici professionali ed essicatori, dovrebbero essere utilizzati direttamente dalla clientela, previo acquisto di gettoni.

«Accade che in alcuni locali ci siano addetti che forniscono assistenza alla clientela, proponendo servizi di stireria e di ritiro e consegna capi a domicilio del cliente», precisa Fabiana Bianchini, rappresentante del comparto tinto lavanderie dell’Associazione provinciale piccola industria e artigianato. «Per capire questo fenomeno bisogna capire il mercato delle lavanderie e come si è evoluto. Da chi si improvvisava con una attività nei primi anni Ottanta, si è passati con la crisi alla chiusura di molti di questi esercizi presenti sul nostro territorio. Ma le difficoltà economiche e la necessità di avere delle qualifiche professionali per poter gestire queste attività, ha fatto fiorire le puliture a gettoni».

In provincia di Belluno ci sono una sessantina di lavasecco, un terzo delle quali sono self service, cioè a gettoni. La maggiore concentrazione è su Belluno, Feltre, Cortina, Santa Giustina, Fonzaso, ma in generale è diffusa in ogni paese.

«La questione», dice la Bianchini, «è che l’utente non si pone molte domande e quando va a fare il bucato in queste lavanderie automatiche non si chiede se debba esserci o meno qualcuno ad assisterli. E se lo trovano, si lasciano seguire e magari si fanno recapitare la merce lavata a casa. Ma se esistono queste persone che all’interno di puliture a gettoni si prestano a offrire servizi aggiuntivi, allora non si tratta più di lavasecco self service e per questo motivo dovrebbero sottostare alle regole di quelle con personale. Quello che noi chiediamo ai sindaci, tramite una lettera che abbiamo inviato, è che controllino anche queste attività, altrimenti si rischia di creare una concorrenza sleale, che va a scapito di chi ha del personale regolarmente denunciato».

«Noi insieme a Confartigianato abbiamo avviato un tavolo di confronto sull’abusivismo, coinvolgendo la Prefettura e tutte le forze dell’ordine del territorio. E a quanto pare qualche risultato lo stiamo ottenendo». (p.d.a.)

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