L’Avo alla ricerca di nuovi volontari «La nostra unica missione: dare sollievo»

solidarietà
Incontri in piazza e in aula, il mondo dei volontari ospedalieri si apre alla cittadinanza. «Servono più volontari, Avo accoglie chiunque, dai 18 agli 80 anni, che abbia voglia di portare sollievo ad anziani e malati».
PORTE APERTE ALL’AVO
Sabato 26 l’associazione volontari ospedalieri nazionale festeggia i 44 anni di attività lanciando l’undicesima giornata nazionale. In tale data, per l’occasione, i volontari bellunesi si ritroveranno in piazza dei Martiri a Belluno dalle 9 alle 12 per incontrare la popolazione; sarà occasione per discutere e fornire spiegazioni su temi e modalità operative del gruppo e distribuire piccoli gadget. A questo si aggiungerà il corso di formazione rivolto soprattutto ai futuri aderenti, ma utile anche ai volontari come attività di aggiornamento. Le lezioni si svolgeranno nella sala riunioni dell’ospedale di Belluno. «Tra l’ospedale e soprattutto la casa di riposo di Belluno e l’ospedale di Pieve di Cadore siamo 80 volontari, ma in Italia siamo 150mila», spiega il presidente di Avo Belluno, Pier Giorgio Olivieri, «in questo periodo di promozione, che organizziamo ogni anno, qualcuno ci contatta per avere informazioni su come diventare volontario e noi speriamo sempre di poter contare su un numero più alto di persone, perché non possiamo dire di avere altri problemi».
LA MISSIONE
La vita del volontario si basa su un unico principio: portare sollievo a chi sta male: «Il nostro motto, lasciato dal fondatore dell’associazione, è “Fare piccoli mestieri, ascoltare e consolare”», spiega Olivieri, «ogni volontario fa un turno settimanale di tre ore, specialmente durante il pomeriggio quando nei reparti c’è un po’ più di calma. Durante questo tempo si sta attorno al malato, portando conforto in vari modi, leggendogli il giornale o prendere il caffè assieme. I volontari avvicinano i degenti come farebbero con un amico o un parente, senza compiere alcun atto medico. Una parte dei volontari si accorda direttamente con il personale della struttura ospitante per compiere manovre più impegnative, come spingere una carrozzina o aiutare il paziente nell’alimentazione». Un aiuto che, con iniziative specifiche, si allarga anche ad altri soggetti: «Negli ultimi anni, al pronto soccorso di Belluno, è nata una nostra iniziativa per aiutare a spingere le carrozzine e assistere le persone nel decifrare i numeri e i codici della lista d’attesa», continua Olivieri, «è una cosa che a molti è stata utile e che viene molto apprezzata».
LA FORMAZIONE
La prima data del ciclo di conferenze, invece, è fissata per il 4 novembre alle 17, con l’introduzione a cura del vicepresidente Avo Triveneto, Francesco Donà, e il tradizionale saluto delle autorità cittadine. Seguiranno, in date successive, altri incontri tenuti dai volontari Avo, tutti alle 17.30: un incontro sul decalogo Avo (6 novembre) e uno sulle testimonianze (12 novembre). Ancora, saranno ospiti il dottor Giuseppe Fornasier, dirigente dell’unità operativa di cure palliative dell’ospedale di Belluno, nell’incontro “Approccio palliativo al malato” (15 novembre), la psicologa Chiara Sgorlon con “La malattia e il senso del tempo” (19 novembre) e, infine, un incontro di carattere filosofico con il professor Giulio Bianchi dal titolo “Malattia, sofferenza, filosofia” (2 dicembre).
L’Avo è stata fondata nel 1975 a Milano (nel ’92 a Belluno) dal primario di un reparto ospedaliero di medicina, che aveva notato il disagio dei suoi pazienti in alcuni momenti della giornata, soprattutto quando si trattava di soddisfare piccoli bisogni, come bere un bicchiere d’acqua. Per ulteriori informazioni contattare la segreteria, nell’ex-portineria esterna dell’ospedale di Belluno, il martedì e il giovedì, dalle 15. 30 alle 17.30 o chiamando lo 0437516614. —
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