Lavoratori cinesi in nero e clandestini bloccata maglieria
LIMANA
Ancora un'attività cinese sotto la lente delle forze dell'ordine. Stavolta a Cesa di Limana, dove i carabinieri hanno sospeso l'attività di un laboratorio artigianale di maglieria e confezioni, dove lavoravano in nero sei persone cinesi. Una di queste dai primi accertamenti è risultata clandestina.
Il controllo che ha portato all'individuazione degli illeciti è stato effettuato dai carabinieri di Feltre, che venerdì sera si sono presentati in via Brancalenti con gli ispettori della Direzione territoriale del lavoro e dell'Inps di Belluno, affiancati da militari dell'Arma del nucleo Ispettorato del lavoro. Nel laboratorio c'erano sette persone, tutte di nazionalità cinese, sei delle quali prive del contratto di assunzione e sprovvisti anche di documenti di identificazione e di permesso soggiorno sul territorio nazionale.
Per uno di loro, risultato clandestino, è già prevista l'espulsione, per gli altri serviranno gli accertamenti, che scatteranno a partire da domani. Pare che alcuni di loro abbiano già richiesto il permesso di soggiorno, e il loro status dovrà essere verificato. Intanto, però, per effettuare le procedure di identificazione previste e approfondire gli accertamenti sull'attività che si svolgeva all'interno del laboratorio, questo è stato chiuso, e tutte le persone presenti al momento del blitz sono state portate al comando dei carabinieri di Feltre. Il titolare, cinese anche lui, dovrà pagare una multa di 20 mila euro per aver impiegato manodopera in nero, e dovrà fornire tutta la documentazione richiesta dagli enti accertatori per chiarire la sua posizione. Il provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale è revocabile soltanto dopo il pagamento della sanzione amministrativa.
Non è il primo episodio di questo genere che si verifica a Limana. Alla fine di novembre dell'anno scorso, infatti, fu la Guardia di finanza a scovare un altro laboratorio tessile che veniva usato anche come dormitorio per tre lavoratori cinesi, tutti impiegati in nero. Due erano clandestini, e fu notificato loro il decreto di espulsione. Il titolare dell'attività, invece, fu denunciato penalmente per sfruttamento di manodopera clandestina.
Alessia Forzin
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