Lavori in zona diga: la questione espropri blocca il progetto

Nuovi intoppi alle operazioni per sistemare l'area attorno al piazzale. Il sindaco di Erto si arrabbia: «Adesso siamo al limite»

Nuovi intoppi sul progetto di sistemazione di piazzale e area intorno alla diga del Vajont. Dopo diversi anni di iter stavolta si è presentato il problema degli espropri che faranno ancora slittare gli attesi lavori per rendere più dignitosa una zona che è sempre affollata di turisti ma che ha diverse carenze tra cui parcheggi, barriere di protezione e accessibilità per i disabili. . Qualche anno fa il problema era il reperimento dei fondi che erano stati poi erogati dalla Regione Friuli ai tempi della giunta Serracchiani. Complessivamente si tratta di 1milione e 200mila euro con i primi 450mila euro già stanziati da tempo ma bloccati per via dell’attribuzione della gestione all’ente territoriale Uti che in Friuli sostituisce la Provincia. Risolto anche questo passaggio è stato quindi presentato e condiviso un progetto con tutti i soggetti interessati legati alla memoria del Vajont. Per prima cosa si prevede la sistemazione di alcune urgenze come i passaggi pedonali a lato strada e gli attraversamenti pedonali. Sarà poi spostata la casetta turistica del Parco più vicina all’accesso del coronamento della diga. Il resto dei fondi, quando arriveranno, serviranno poi a sistemare altre problematiche e valorizzare alcune aree di pregio. Ora però tutto è ancora fermo per la questione degli espropri.

«Siamo davvero al limite della sopportazione» dice il sindaco di Erto Antonio Carrara «perché i terreni vicino alla diga sono ancora privati e si dovrebbe procedere agli espropri, sanando una situazione che va avanti da 50 anni, Gli espropri costano tra i 70 e 80mila e dovrebbero essere fatti dalla società Friuli Venezia Giulia Strade, non certo dal nostro Comune che ha già fatto di tasca sua alcuni interventi di manutenzione urgente. Se non risolve questo blocco non partiranno mai i lavori per rendere fruibile e dignitoso questo sito che attira oltre 50mila persone paganti all’anno (quindi molte di più solo di passaggio, ndr) ed è la seconda meta turistica della regione. Non è certo un bel biglietto da visita quello che diamo ora col caos del traffico, poco spazio per visitatori ma anche le guide, corriere e manutenzione stradale poco consona. Mi toccherà rivolgermi alla prefettura per fare qualcosa». —

 

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