Lavoro, firmato il protocollo tra imprenditori e sindacati

Il documento, unico nel suo genere, istituisce di fatto un tavolo permanente per le politiche attive permettendo l’incontro tra domanda e offerta grazie alla centralità della formazione dei disoccupati
BELLUNO. Alla fine tutte le associazioni imprenditoriali e sindacali hanno firmato, ieri mattina, il protocollo di intesa per le politiche attive sul territorio bellunese.


«Si tratta di un documento unico in Veneto e anche nel panorama italiano», hanno tenuto a sottolineare i segretari di Cisl e Cgil, Rudy Roffarè e Mauro De Carli, che permetterà di far incontrare la domanda con l’offerta, partendo da una formazione che rispecchi le esigenze delle imprese.


Lo scopo ultimo, anche se quasi impossibile da raggiungere, è quello di reimpiegare i circa seimila disoccupati “attivi” cioè iscritti ai Centri per l’impiego. Non solo i giovani fino ai 30 anni che sono 1.585 in provincia, «affinché restino nel nostro territorio, mettendo a servizio le loro professionalità e competenze», come ha ribadito Andrea Ferrazzi, direttore di Confindustria Belluno, «ma soprattutto la fascia degli over 50 che hanno più difficoltà a trovare un’occupazione pur avendo, comunque, maggiore esperienza», ha ribadito De Carli. Ed è in quest’ottica che diventa importante e fondamentale «la formazione, la preparazione di queste persone in campi magari sono diversi da quelli da cui provengono. Serve che vengano orientati verso attività che sono richieste dal mercato del lavoro», ha precisato Gabriella Faoro, dirigente provinciale del settore Lavoro.


Quella di ieri è stata definita dal sindaco di Taibon agordino, Silvia Tormen con delega all’occupazione per palazzo Piloni (palazzo che ha un compito di coordinamento), «come una data importante perché si giunge a firmare un protocollo che definisce come muoverci da qui in avanti per favorire investimenti nella valorizzazione, riqualificazione e riconversione delle risorse umane, favorendo una progettazione delle politiche attive del lavoro con azioni di ricollocamento che siano più aderenti alle tipologie di profili professionali richiesti dalle aziende del territorio, creando anche maggior opportunità occupazionali e coinvolgendo, con un impegno solidale le aziende che investono in personale formato».


Poste quindi le basi, il tavolo si ritroverà con le agenzie di formazione e poi tra un mese nuovamente con le associazioni datoriali e sindacali per iniziare questo percorso. «Qui non si intende trovare un lavoro alle persone», hanno voluto precisare tutti i soggetti al tavolo, «ma cercare di formare i disoccupati per facilitare la loro rioccupazione».


Una sfida che il segretario di Confartigianato, Ermanno Pizzolato ha definito «importante, visto che tra una decina di anni metà degli impieghi che oggi conosciamo non ci saranno più e quindi le persone devono essere pronte a queste nuove sfide».


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