Lavoro, gli infortuni tornano a crescere
BELLUNO. Una occasione per ricordare le vittime di infortuni sul posto di lavoro ma anche un confronto con le varie istituzioni. Si è svolta ieri, nella sala Muccin del Giovanni XXIII, la 66esima giornata nazionale dedicata a coloro che hanno perso la vita o sono rimasti invalidi a causa di un incidente sul lavoro. Al centro dell’incontro la ‘piaga sociale’ dell’insicurezza e della precarietà lavorativa.
«Se confrontiamo gli infortuni denunciati nel primo semestre 2016 con quelli del 2015 scopriamo un +5,95% (dati Inail)», ha dichiarato Aldo Tollot, presidente dell’Anmil, «questo aumento può essere dovuto in parte anche a una ripresa dell’occupazione. Gli infortuni però si stanno spostando dai settori dell’edilizia e della metalmeccanica a quello del terziario. Occorre un’opera di informazione e sensibilizzazione per contrastare alcune forme di inciviltà ancora diffuse». Presenti all’incontro anche il sindaco di Belluno Jacopo Massaro, la senatrice Raffaella Bellot, il consigliere regionale Franco Gidoni, il capo del gabinetto della Prefettura Andrea Celsi e Silvia Tormen come referente della provincia.
Le richieste dell’Anmil. Innanzitutto l’assicurazione infortuni. «Il testo unico che ne parla», ha spiegato Tollot, «è del 1965. Nel tempo sono state fatte alcune modifiche ma esso opera di fatto in un contesto sociale completamente diverso in cui per esempio il lavoro femminile è ormai una realtà consolidata».
Occorre poi estendere l’assicurazione a una platea sempre maggiore: i lavoratori con partita Iva, gli studenti e molti altri ne sono ancora esenti. Infine, il grande problema del reinserimento del lavoratore infortunato in un contesto aziendale. Gli invalidi del lavoro iscritti nelle liste del collocamento obbligatorio e ancora in attesa sono ben 15 mila.
Lavoro e sociale. «La gestione del lavoro in capo alla regione e i servizi sociali in capo ai comuni stanno determinando delle enormi difficoltà di gestione», ha spiegato Massaro. «Oggi il sociale è direttamente o indirettamente correlato al lavoro. Urge la necessità di riagganciare il tema del lavoro all’interno di quello sociale. È un’emergenza di cui si parla poco».
Recentemente è stata pubblicata una classifica delle città maggiormente accessibili. Belluno si è classificata al seconda tra i capoluoghi italiani con un punteggio di 7,5 su 10. «Questo ci dà soddisfazione», ha continuato Massaro, «ma non cambia alcun che. Abbiamo fatto numerose opere: marciapiedi, percorsi per i non vedenti, ascensori nelle scuole, parcheggi a norma e accessibili da invalidi con la carrozzella. Abbiamo ancora molto da fare».
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