Lavoro nel Bellunese: aumentano gli assunti, ma tutti precari

Dai dati provinciali emerge che in un anno 500 bellunesi hanno trovato una occupazione, ma i contratti sono a tempo
20051129 - ROMA - ECO : OCSE: ITALIA; BENE L' OCCUPAZIONE, MA SERVONO ALTRE RIFORME..Un lavoratore metalmeccanico in una fabbrica di Bologna in un'immagine di archivio dell' 8 luglio 2005. ..L' Ocse esprime una valutazione positiva sulla situazione del mercato del lavoro in Italia, che riflette fra l' altro la messa in regola continua degli immigrati ed il completamento dell' ultima fase delle riforme in questo settore. Per il 2006 e il 2007, peraltro, e' atteso un rallentamento, dal momento che non sono in cantiere ulteriori novita' normative, finalizzare a stimolare la crescita degli occupati...GIORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / ANSA / PAL
20051129 - ROMA - ECO : OCSE: ITALIA; BENE L' OCCUPAZIONE, MA SERVONO ALTRE RIFORME..Un lavoratore metalmeccanico in una fabbrica di Bologna in un'immagine di archivio dell' 8 luglio 2005. ..L' Ocse esprime una valutazione positiva sulla situazione del mercato del lavoro in Italia, che riflette fra l' altro la messa in regola continua degli immigrati ed il completamento dell' ultima fase delle riforme in questo settore. Per il 2006 e il 2007, peraltro, e' atteso un rallentamento, dal momento che non sono in cantiere ulteriori novita' normative, finalizzare a stimolare la crescita degli occupati...GIORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / ANSA / PAL
BELLUNO. Diminuiscono i disoccupati in provincia di Belluno nell’ultimo anno a cominciare dalle donne e dai giovani, ma aumentano i contratti a tempo determinato e quelli interinali.


Lo evidenzia il report elaborato dalla Provincia di Belluno sul mercato del lavoro nel secondo trimestre del 2017. E il sindacato insorge: «Dopo il boom del Jobs Act e degli incentivi agli imprenditori», commenta Mauro De Carli, segretario della Cgil provinciale, «ora è chiaro che l’occupazione prodotta, per la maggior parte, è ancora una volta precaria. Quella che chiediamo noi, invece, è una crescita stabile dell’occupazione, ma da questo a quanto pare siamo ancora distanti».


I dati.
Dal giugno 2016 al giugno scorso si è passati da 6.498 disoccupati, cioè persone iscritte ai Centri per l’impiego e realmente alla ricerca di un lavoro, a 6.000. Vale a dire 498 persone nell’ultimo anno hanno trovato un’occupazione. Il picco maggiore di bellunesi senza impiego si è registrato a dicembre, causa anche il problema della carenza di neve che ha costretto molti lavoratori stagionali a rimanere a casa. Poi con l’avvio della buona stagione il mercato del lavoro ha ricominciato a correre e i disoccupati hanno iniziato a diminuire.


Un dato positivo si evidenzia per le donne e per i giovani. Le donne senza occupazione hanno iniziato a diminuire dal settembre 2016 seguendo poi una andamento leggero ma costante. Il sesso debole resta comunque ancora penalizzato per quanto riguarda la ricerca di lavoro.


Buone notizie arrivano per i giovani disoccupati dai 18 ai 29 anni, che passano da 1.602 nel giugno 2016, a 1.450 nello stesso periodo di quest’anno.


Flessione un po’ più modesta, invece, per le altre fasce di età: dai 30 ai 39 anni soltanto 19 hanno trovato occupazione, mentre sono 49 quelli dai 40 ai 49 anni. L’unico dato in controtendenza è quello relativo ai lavoratori senza impiego tra i 60 e i 64 anni che sono aumentati passando da 772 nel 2016 a 791 quest’anno.


I contratti precari.
Il numero complessivo di contratti a tempo determinato e interinali è cresciuto in misura consistente dal giugno 2016 al giugno 2017 passando da 25.605 a 30.279 e precisamente 23.020 a tempo determinato e 7.259 interinali. Praticamente l’80% dei contratti stipulati è a termine. Di assunzioni stabili ce ne sono 6.427, mentre 957 sono gli apprendistati. A diminuire molto sono stati in particolar modo i contratti dell’occhialeria che però aveva utilizzato i vantaggi del Jobs Act nel 2015 (4.512 contratti totali di cui 1.360 a tempo indeterminato) e di conseguenza è tornata ai livelli soliti del settore. Per i comparti dell’alberghiero e della ristorazione e per il metalmeccanico si registra una crescita del numero di avviamenti.


La critica.
«In provincia di Belluno», commenta De Carli, «a preoccupare non è tanto la disoccupazione giovanile, ma quella della fascia di età più elevata. Per loro la ricerca di un’occupazione è davvero difficile. E su questi stiamo lavorando anche con le categorie economiche per riuscire a trovare loro uno sbocco».


Resta la questione della precarietà. «A noi fa piacere che ci sia questa crescita di occupati, anche se questo dimostra che il Jobs Act era un regalo al sistema impresa e non un una scelta per sviluppare il Paese. Ancora una volta l’azienda pensa di poter usare la manodopera finché ne ha bisogno per poi buttarla: un esempio è la crescita pesante dei contratti a termine e interinale».


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