Le antiche rose nei menù dei ristoranti

Da oggi fino al 7 giugno le Dolomiti Bellunesi diventano il regno delle rose, con visite guidate e conferenze, corsi, degustazioni e piatti a tema

BELLUNO. Per una decina di giorni, da oggi al 7 giugno, le Dolomiti Bellunesi diventano il regno delle rose, con visite guidate e conferenze, corsi, degustazioni e piatti a tema. I ristoratori del gruppo “Belluno Dolomiti” hanno infatti organizzato una serie di cene e pranzi a base di rose antiche: dall'Alpago su fino a Livinallongo, gli chef dei ristoranti si sono sbizzarriti e propongono piatti preparati con i petali delle rose di Seravella e dei roseti sparsi nelle ville venete della Valbelluna.

L'idea parte proprio dal Museo etnografico della Provincia di Belluno e del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi: di fronte alla villa dei conti degli Azzoni Avogadro, sede del museo a Seravella di Cesiomaggiore, c'è un bel giardino pensile dove da quasi una ventina d'anni vengono curate oltre 300 piante di rose antiche. .

 Il giardino del Museo etnografico ha una storia affascinante. Nemmeno una, delle centinaia di piante che caricano l'aria attorno alla villa di profumi, è stata acquistata: il giardino è nato per passaparola e partecipazione spontanea. La proposta è venuta dalla direttrice del Museo etnografico, Daniela Perco: dal 1997, assieme ad alcuni collaboratori, ha riprodotto varietà di rose antiche scovate nelle case contadine, nelle ville, nelle canoniche, nei cimiteri del Bellunese. All'inizio sono stati gli amici e i conoscenti, a donare le proprie rose al giardino del Museo, col tempo è capitato sempre più di frequente che anche i visitatori tornassero con una nuova specie di rose da aggiungere alla pubblica collezione.

Così oggi nel giardino di Seravella cresce la Rosa Kazanlik, coltivata in Turchia e Ungheria per ricavarne l'essenza e ritrovata a Livinallongo; la Doroty Perkins, che profumava un muro al sole nel giardino di una vecchia casa di Tai di Cadore; la Jacques Cartier, scovata nell'orto di una balia di Porcen (a Seren del Grappa) che aveva portato a casa da Varese alcune talee della villa dei signori presso cui lavorava; la Bloomfield Abundance, piccola rosa di porcellana, ricordo dell'emigrazione veneta a Rio Grande do Sul, Brasile, alla fine del XIX secolo.

Tra la fine di maggio e l'inizio di giugno alle rose di Seravella è dedicata l'enogastronomia.

I ristoranti che proporranno piatti preparati con i petali delle rose sono: ristorante Alla Stanga di Sedico, ristorante La taverna di Belluno, trattoria All’oasi di Limana, locanda Baita all’art di San Gregorio nelle Alpi, ristorante La Gioi di Lamen (Feltre), ristorante La baita di Livinallongo Col Di Lana, locanda San Martino di Chies d'Alpago, Antica locanda Cappello di Mel, ristorante Al borgo di Belluno, ristorante La cusina de Belun di Belluno, ristorante La Casona di Feltre, Enoteca Schenot di Agordo.

Argomenti:seravella

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi