Le associazioni si mobilitano in difesa del Grisol

Longarone, i privati ricorrono in Cassazione contro la sentenza che ferma la centralina. Gli ambientalisti: «Corsi d’acqua ancora integri non sono idonei all’installazione di impianti»

LONGARONE. Ritorna la questione delle centraline idroelettriche nella valle del Grisol. La zona, tra la frazione di Soffranco e lo Zoldano, è uno dei punti più suggestivi dal punto di vista ambientale del Parco delle Dolomiti Bellunesi e già alcuni anni fa era stata interessata dalla richiesta di costruzione di centraline.

La società Elettroconsulting di Milano aveva ottenuto una concessione per il torrente Grisol alla quale si sono opposti alcuni cittadini della zona e alcune associazioni ambientalistiche. Particolarmente attivo il gruppo “Amici della val del Grisol” guidato da Piergiacomo De Cesero che si è battuto in diverse occasioni per impedire lo sfruttamento idroelettrico delle acque della valle raccogliendo i finanziamenti necessari per i ricorsi.

Nel 2016 il tribunale delle acque di Roma (Tsap) ha accolto il ricorso dei cittadini annullando la concessione ma ora la ditta milanese è ricorsa alla Cassazione per cercare di annullare la sentenza.

Per questo si stanno movimentando diverse sigle come Acqua Bene Comune, Legambiente, Italia Nostra, Cai Veneto, pescatori del Bacino 6, Wwf, Libera Cadore, Per altre strade, Mountain Wilderness e altri. «Nonostante la normativa europea e nazionale dica chiaramente che questi corsi d’acqua ancora integri non sono idonei all’installazione di impianti - scrivono le associazioni in una nota - cosa ampiamente riconosciuta dal Tsap nella sua sentenza, la ditta non demorde e ricorre in Cassazione».

«Attorno a questa concessione si sono verificati una serie di fatti singolari - scrivono le sigle ambientaliste - tra i quali, una settimana dopo la sentenza, il 18 ottobre 2016, la concessione annullata dal Tspa è stata volturata dalla Provincia di Belluno a una ditta friulana, la Idroenergy Grisol di Tavagnacco. Il giorno stesso la Idroenergy Grisol ha provveduto al versamento alla Provincia dei canoni arretrati relativi alla concessione annullata che la Elettroconsult non aveva pagato dal 2013, anno del suo rilascio, per un importo di varie decine di migliaia di euro. A fine ottobre 2016 la Provincia, per permettere al nuovo concessionario di iscrivere l’impianto ai registri del Gestore del servizio elettrico allo scopo di mettersi in lista per gli incentivi, ha rilasciato un attestato di conformità della concessione alla normativa, nonostante il provvedimento fosse stata ritenuto illegittimo dal Tsap».

«Con il ricorso in Cassazione - continua il documento - la sentenza Tsap viene rimessa in discussione, e a questo punto chi ha a cuore il Grisol e la valle dovrà far fronte a questo ulteriore attacco per evitare che quanto è stato fatto finora per tutelare il torrente venga vanificato, e che alla fine l’impianto venga costruito».

Per fare il punto della situazione e chiamare a raccolta tutti gli interessati anche per raccogliere fondi necessari per i ricorsi, le associazioni organizzano quindi un incontro pubblico in programma mercoledì 10 maggio alle 20.30 in sala Popoli d’Europa a Longarone. Per informazioni contattare la mail sosfiumi@libero.it.

Enrico De Col

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