Le centraline “segnalate” all’Europa

Livinallongo, Acqua bene comune ha inoltrato alla Ue le osservazioni sui quattro progetti sul rio Castello e il Greola

LIVINALLONGO. Centraline sul Rio Castello “segnalate” all’Unione europea. Il comitato Acqua bene comune ha inoltrato all’Europa tutte le osservazioni sui progetti – ben quattro – previsti ed in un caso già realizzati sul Rio Castello - Rio Andraz e sul Greola. In caso di approvazione da parte degli enti competenti, le osservazioni saranno la base per un ricorso. Questo quanto annunciato da Lucia Ruffato nel corso dell’incontro, organizzato da Acqua bene comune, Cai, Wwf, Bacino di pesca 5 Agordino nella sala Taulac a Pieve di Livinallongo proprio per discutere dell’iper sfruttamento di questi torrenti.

Il comitato ha seguito l’iter di questi impianti, partecipando alle visite istruttorie previste dalla legge e presentando varie osservazioni. Ora tutta la documentazione è stata inoltrata alla Commissione dell’Unione europea come integrazione al ricorso che Acqua bene comune ha già presentato qualche tempo fa per segnalare e contestare le procedure con le quali la Regione rilascia le concessioni di derivazione, ritenute illegittime in quanto non rispetterebbero la direttiva europea sulle acque.

«La Regione – ha spiegato Ruffato – non ha fatto le cose come previsto dalla legge. In particolare non è stata predisposta una classificazione corretta dei corpi idrici. Nella nostra provincia sono stati tutti classificati come “buoni”, ma questo senza uno studio vero e proprio. Solo dopo le nostre pressioni e segnalazioni le ha riviste. Ma non su tutti i torrenti e non in modo omogeneo. Su alcuni, una quarantina circa, è stato compiuto uno studio completo secondo i parametri della direttiva europea. Sugli altri, a quanto pare perché non c’erano soldi, li ha fatti “a giudizio esperto”, ovvero affidandosi alle valutazioni di tecnici, che le hanno redatte in base solo alle loro conoscenze ed esperienze. Una sorta di scappatoia insomma».

«Noi – spiega la Ruffato – avevamo chiesto che gli studi vengano fatti almeno sui torrenti dove ci sono delle richieste di concessioni. Ma la Regione non ci ha ascoltati. Quello che sconcerta è che né prima né dopo è stato preso in considerazione il Rio Castello, un torrente da tutti definito di una bellezza unica e che lo studio commissionato dal Comune di Livinallongo ha classificato “di stato elevato” secondo i parametri della direttiva acque, quindi dove non si potrebbe realizzare nessun impianto idroelettrico. Il torrente, insomma, per qualche motivo, è stato completamente ignorato».

All’incontro, al quale erano presenti una ventina di persone, erano state invitate anche l’Arpav e l’amministrazione comunale. La prima ha risposto che la richiesta è arrivata troppo tardi per mandare un rappresentante. Il sindaco Leandro Grones, impegnato in un’altra riunione, è riuscito ad arrivare solo quando l’incontro era già terminato. «Peccato», commenta Ruffato. «Sarebbe stato interessante conoscere la posizione dell’amministrazione, che ora, comunque, ha delle basi solide per dire no a questi impianti». Animato l’intervento di Fabrizio Vigilante, committente insieme a Fabio Dellavedova di una delle richieste di concessione sul Rio Andraz: «Non è corretta tutta questa contrarietà solo al nostro progetto. Abbiamo iniziato questo investimento solo perché l’ex sindaco Ruaz ci aveva promesso un appoggio».

Lorenzo Soratroi

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