Le difese: «Argomenti sempre più deboli»
L’udienza di ieri ha visto le ultime repliche dei legali che hanno tirato in ballo moventi politici
- Stefano Verocai vicesindaco di Cortina concorda con Ghezze sul problema dell'assenza di taxi e bus
VENEZIA. Complesso il processo, debitamente articolate le repliche. Ma non sono mancate considerazioni utili, secondo le difese, a far comprendere ai giudici chiamati a giudicare in appello Franceschi, Pompanin, Verocai e Sartori il clima che ha accompagnato il lungo iter giudiziario. Sono le parole dell’avvocato Prade, che insieme a Pecorella difende Franceschi, ad andare in questa direzione: descrive il processo come «un treno che non si è più fermato» nato da «temperamenti andati oltre» all’interno della pubblica amministrazione. E aggiunge, senza mezzi termini: «il vero problema del rapporto, che si è incrinato, è che la Tosi ha voluto fare politica. Questo le addebitiamo».
«Questo processo è complicato e difficile» ha continuato Prade, «è vero che si tratta di un comune molto noto della nostra regione ma qui non abbiamo situazioni di corruttela o scambio di denaro, qui c’è un forte contrasto tra temperamenti in cui a rimetterci è stato il sindaco Franceschi, del quale ribadiamo la richiesta di assoluzione». Una lunga fase, quella delle repliche, che si è soffermata nel dettaglio anche di delicate questioni di diritto. Il primo a prendere la parola è stato Godina (difesa Verocai) che ha risposto, dicendosi «sorpreso» alle repliche del procuratore generale sulle dichiarazioni rese in fase di testimonianza da Salvato, definito dall’accusa un «teste puro». Antonelli, difensore di Sartori, definisce «sempre più deboli» gli elementi del procuratore generale relative al reato 353 bis, turbativa d’asta, ed in particolare rispetto al passaggio sul voto di scambio al quale aveva fatto rifermento proprio il procuratore generale Salvo.
L’avvocato Pecorella, difensore di Franceschi, è invece tornato sul comportamento di Salvato e sul numero di controlli di fine 2011 definendoli «comportamenti inusuali legati ad un movente chiaro di natura politica» mentre per le accuse sul bando dei rifiuti sottolinea la «preoccupazione» da parte del sindaco Franceschi per una platea troppo ristretta di partecipanti. «Se questo non è la prova di un atteggiamento contrario alla collusione, è difficile trovare qualcosa di più chiaro». Anche Conte, avvocato di Pompanin, insiste sulla modifica del castello accusatorio rispetto all’impianto di primo grado.
Argomenti:processo franceschi
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