Le elezioni comunali dividono la Lega Nord
BELLUNO. La gestione delle elezioni comunali divide la Lega Nord. Tant’è che il segretario della sezione cittadina del Carroccio, Oreste Cugnach, ha mandato una lettera al direttivo con la quale ha comunicato l’intenzione di dimettersi. Il motivo? «Lo chiarirò lunedì, durante la riunione che è stata convocata dal segretario provinciale», spiega il diretto interessato. Sostanzialmente Cugnac è in disaccordo con la segreteria provinciale sul metodo con il quale viene gestita la partita.
«Non c’entrano le candidature, stiamo parlando di metodo», precisa prima di rimandare ogni altra spiegazione a dopo l’assemblea. A quanto pare, Cugnach si sarebbe sentito scavalcato nel suo ruolo nella delicata partita che si sta consumando in vista delle elezioni di maggio. Il segretario federale Matteo Salvini vuole un candidato leghista a Belluno, Cugnach vuole avere voce in capitolo sul nome e sulla trattativa con gli alleati. Che però, da tradizione, viene condotta dal segretario provinciale. E proprio quest’ultimo non ha molto da dire in merito: «Sentiremo lunedì le motivazioni di Oreste Cugnach», taglia corto Paolo Saviane.
Ma le dimissioni di Cugnach non sono le uniche sul tavolo. Martedì scorso ha deciso di dimettersi anche Andrea Stella, dal direttivo provinciale però. Lo conferma lo stesso Saviane. Alla base della scelta c’è una ragione simile a quella che ha spinto Cugnach a lasciare la sezione cittadina: il metodo impostato dalla direzione provinciale. Qui si va oltre le elezioni comunali, «anche se si può dire che queste siano state la goccia che ha fatto traboccare il vaso», spiegano Stella e Cesare Bon. «Questa segreteria non dialoga e non si confronta con il direttivo», aggiunge Bon, «e questo atteggiamento ha creato una spaccatura all’interno dello stesso direttivo (di cui Bon fa parte, ndr). Io sono stato indicato come “salviniano”, contro gli “zaiani”, si sono create due correnti ma io mi sento leghista e basta. Dovremmo tutti lavorare solo per il partito, senza guardare a queste cose».
Qualcosa si è rotto dopo il congresso che ha portato all’elezione di Saviane: «Sono stati disattesi gli accordi e le proposte fatte allora», conclude Bon. «Qui se non si rispetta quello che dice il direttivo si viene messi nella lista nera, com’è successo alla sezione agordina». Bon non si dimetterà dal direttivo: «Il mio compito è lavorare per il partito, non ho intenzione di lasciare».
Anche Andrea Stella si dichiara non in linea con la segreteria provinciale. Ma non aggiunge altro: lo farà dopo la riunione di lunedì. «Solo una cosa: la situazione è grave, tanto che si è mosso il vicesegretario federale Lorenzo Fontana per ricucire lo strappo». Saviane non commenta: «Sono cose interne», chiude il segretario provinciale. (a.f.)
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