Le famiglie bellunesi grandi risparmiatrici: 3,6 miliardi in banca
BELLUNO. Tre miliardi 589 milioni e, conteggiando anche gli (in questo caso) spiccioli, 500 mila euro.
A tanto ammonta, secondo il rapporto della Banca d’Italia riferito al 31 dicembre 2012, il patrimonio delle famiglie depositato nelle banche della provincia di Belluno.
Un capitale, udite udite, lievitato di 318 milioni di euro in soli 12 mesi, visto che al 31 dicembre 2011 i caveau degli istituti di credito ai piedi delle Dolomiti custodivano complessivamente tre miliardi 271 milioni di euro. Una aumento del 9,7%, perfettamente in linea (decimi compresi) con il valore della Regione Veneto, ma ben superiore alla media nazionale, attestatasi nello stesso periodo all’8,5%.
E la crisi? Appunto: gli analisti lo chiamano “effetto formica”. Qualcun altro, più semplicemente, paura. Le famiglie tagliano tutto il tagliabile dal loro bilancio e non solo (o meglio, non tutte) per arrivare a fine mese: c’è anche, e sono tanti, chi risparmia per risparmiare, per rimpinguare cioè i propri risparmi. Insomma, calano il potere di acquisto, il valore del denaro e degli stipendi, anche (ovviamente) i consumi, ma si deposita. Sempre di più, anche a Belluno. Una tendenza, questa sì, che non conosce crisi, come confermato dal più recente dato ufficiale fornito da Banca d'Italia, datato 11 novembre 2013: nel mese di settembre la crescita dei depositi (nazionale, su base annua) è stata del 3,7%.
Parlando più in generale, invece, in provincia di Belluno (sempre al 31 dicembre 2012) l’ammontare complessivo dei depositi nelle banche è stato di 4 miliardi 117 milioni di euro. Un aumento pari all’8,3% rispetto all’anno precedente (3,8 miliardi), percentuale maggiore alla media nazionale (+6,9%) e del Veneto (+6,1%), secondo una tendenza comune a tutte le province venete, eccetto Treviso (oltre un miliardo in meno).
Un patrimonio, quello bellunese, che in termini assoluti «quasi equivale», riportava il rapporto stilato a settembre dalla Camera di Commercio di Belluno, «alle risorse messe a disposizione nello stesso anno all’economia locale (la differenza è di solo di 52 milioni)». Rapportando, invece, gli impieghi bancari (finanziamenti erogati dalle banche a soggetti non bancari: mutui, scoperti di conto corrente, anticipi su carte di credito, leasing, prestiti contro cessione di stipendio), il 101,3% di Belluno (rispetto alla media nazionale 156,9 e regionale 144,6%) conferma che in provincia le banche hanno erogato nel 2012 poco più di quanto raccolto. Tranne Rovigo, unica provincia in cui la raccolta ha superato gli impieghi (85,1%), nelle altre il sistema bancario ha immesso nell’economia circa una volta e mezza quanto raccolto.
Le famiglie sono state, naturalmente, le vere protagoniste della raccolta bancaria: l’87,2% dei depositi in provincia, infatti, proviene dai risparmi dei cittadini bellunesi, ma vi è anche un 9,2% (378 milioni di euro) in depositi di imprese. Valore, questo, che denuncia invece una flessione dello 0,5% rispetto al 31 dicembre 2011, a conferma delle difficoltà del comparto. Addirittura crollato, infine, il totale dei depositi riconducibili alle amministrazioni pubbliche: si è passati dai circa 70 milioni di fine 2011 ai “soli” 30 milioni di fine 2012. Anche questo un termometro della crisi.
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