Le grandi mostre a “Palazzo Bembo” entro fine 2014

Prade e Da Re: «Il quadrilatero della cultura prende forma». La frecciata di Fistarol: «Bene, ma sono serviti troppo anni»
iNIZIO lAVORI PALAZZO BEMBO
iNIZIO lAVORI PALAZZO BEMBO

BELLUNO. Ieri la consegna dei lavori per il recupero di palazzo Bembo, tra un mese il via all’intervento sull’Auditorium. E si lavora per portare il museo civico a palazzo Fulcis. Il quadrilatero della cultura prende forma, per la soddisfazione del sindaco Prade, che ringrazia l’ex assessore regionale Pra per l’interessamento verso la struttura nei suoi anni veneziani e dice: «Tra 6-7 anni Belluno potrà contare su un’importante offerta culturale, perché Bembo e Fulcis sono strutture di valenza provinciale».

L’aiuto della Cariverona. Dei 6,8 milioni necessari per il restauro del “Bembo”, il 70% è stato elargito dalla Fondazione Cariverona: «Siamo soddisfatti», commenta il consigliere bellunese Paolo Conte, «per un passo che regalerà alla città, uno spazio espositivo di primo ordine entro la fine del 2014». E poi un elogio agli uffici comunali, «capaci, grazie alll’architetto Carla Erranti, di fornire un progetto completo, con il conseguente risparmio per i Comune». Anche la Regione ha dato una mano importante al recupero del Bembo: «La speranza», ha detto Dario Bond, «è che questa possa essere la struttura dei giovani».

La storia dell’edificio. Dalla cultura alla sanità e ancora alla cultura. Il vescovo monsignor Giuseppe Andrich ha fatto la storia dell’edificio, «nato nel 1718, sotto la spinta dell’allora vescovo Bembo, che volle una nuova sede per il seminario. Poi, nel 1793, al “Bembo” venne concentrato il polo sanitario. E ora eccoci a questa nuova funzione culturale, per un edificio che è stato e sarà un onore per Belluno».

Tre palazzi per la città. «Ci aspettano tre anni di duro lavoro». Parole dell’assessore Fabio Da Re, che prosegue: «Assieme all’architetto Errani e al consigliere di Cariverona Paolo Conte abbiamo avuto il coraggio di tirar fuori un progetto che dormiva in un cassetto da dieci anni. L’obiettivo è regalare alla città un palazzo culturale di valenza provinciale, una struttura che ci proietterà, questo è l’augurio, nel grande circuito veneto del turismo culturale».

Da Re si sofferma poi su palazzo Fulcis e sull’Auditorium: «Per il Fulcis, alienato dal Comune alla Cariverona, stiamo cercando di risolvere gli inghippi burocratici con i privati, che tengono fermi i lavori da qualche anno, mentre per l’Auditorium consegneremo i lavori nel mese di febbraio.

Lavori in due stralci. Cristina Martinello, che si è occupata del progetto architettonico assieme alla collega Loredana Facchin, descrive l’intervento: «Il restauro del Bembo sarà diviso in due parti e durerà complessivamente tre anni. Nel primo anno e mezzo andremo a eseguire un intervento strutturale sull’intero edificio, occupandoci poi del restauro funzionale dell’ala ottocentesca, che ospiterà gli uffici della Soprintendenza (piano terra), il centro direzionale delle esposizioni (primo piano) e le stanze per la Regione (secondo piano). Nel secondo stralcio passeremo alla finitura dell’intero palazzo, che ospiterà al piano terra laboratori, aule, l’area servizi con bar e bookshop e piccole sale espositive; al primo e al secondo piano ci saranno invece le sale espositive ospitate nei grandi saloni del palazzo settecentesco».

La frecciata di Fistarol. «Quando ero sindaco», dice il senatore di “Verso Nord”, « il 4 ottobre 1999 detti inizio alle procedure amministrative per la riqualificazione dell’area dell’ex ospedale civile, firmando un accordo con Regione e Soprintendenza. Si era trattato della redazione di un piano complesso, il primo in Veneto, in attuazione di una legge regionale approvata nel giugno dello stesso anno. Nell’ambito di quell’accordo innovativo, Palazzo Bembo veniva ceduto gratuitamente dalla Regione al Comune per realizzare un polo convegnistico e culturale. Al restauro di Palazzo Bembo venivano destinati 6 miliardi di vecchie lire in parti uguali dal Comune e dalla Regione. La Regione impegnava i 3 miliardi che avrebbe ricavato dalla vendita della sua porzione di area (ala est del complesso) e il Comune un miliardo e mezzo ricavato dalla vendita della propria porzione (ala ovest) e un miliardo e mezzo con risorse proprie. Bene, dopo più di 12 anni, quell’accordo innovativo, che vide la regia dell’allora amministrazione, finalmente porta all’inizio dei lavori per il recupero del prestigioso edificio. Bene, ma con tempi biblici».

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