«Le indennità non devono entrare nel nuovo Isee»

BELLUNO. L’indennità di accompagnamento serve per l’assistenza, non è un reddito. E perciò le associazioni che raccolgono le persone con disabilità chiedono al governo che venga tolta dal nuovo Isee...

BELLUNO. L’indennità di accompagnamento serve per l’assistenza, non è un reddito. E perciò le associazioni che raccolgono le persone con disabilità chiedono al governo che venga tolta dal nuovo Isee questa voce che non serve loro per arricchirsi. E a dar ragione ai disabili, c’è una sentenza del Tar del Lazio che ha stabilito che, conteggiare nel reddito complessivo anche altre voci, come ad esempio le indennità e le pensioni percepite dai soggetti disabili, è illegittimo. Ma contro questo pronunciamento il governo ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato. E ora le associazioni di disabili sono in fibrillazione, come ammette Ivano Platolino esponente della Fish (Federazione superamento dell’handicap). «Stiamo parlando di circa 480 euro al mese assegnati alle persone incapaci di adempiere, in maniera autonoma, alla vita quotidiana. Ed è per garantire loro un’assistenza continua che viene assegnato questo assegno che prima andava ai familiari che se ne occupavano, mentre ora c’è la possibilità di avere un assistente personale», precisa Platolino.

«Il fatto che l’indennità di accompagnamento venga inserita nell’Isee significa tagliare fuori i disabili da alcune prestazioni sociali importanti. Un ragionamento sul reddito», prosegue l’esponente della Fish, «può essere fatto se si guarda al figlio di un magnate che può occuparsi da solo della propria assistenza».

Platolino evidenzia che «già i disabili compartecipano su quasi tutto, a cominciare dai centri diurni e questo per noi è un vincolo. Perché uno dovrebbe poter gestire quel poco reddito che ha in maniera tranquilla, pensando all'assistenza domiciliare. È evidente, quindi, che la riforma dell'Isee parte dall’idea di tagliare dove non si dovrebbe, cioè alle fasce più deboli. La norma va quindi modificata».

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