Le invenzioni di Pirolo incantano il MotorShow
BELLUNO. Tra gli stand del MotorShow a Bologna, Giorgio Pirolo ha potuto ripercorrere la sua carriera di designer automobilistico. Un percorso ancora breve - Pirolo è nato infatti a Belluno solo 36 anni - ma già ricco di esperienze e proiettato verso il successo. Un successo toccato che oggi vuole afferrare correndo a 300 km all'ora con la sua Frangivento Asfanè. «È stata una sensazione strana e molto bella trovare qua e là, in diversi padiglioni, il segno che ho lasciato su varie iniziative per me molto significative», spiega Pirolo mentre ci conduce nel regno delle quattro e delle due ruote, a iniziare dal padiglione dell'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, che riunisce alcuni dei nomi più importanti dell'automobile italiana. «In questo stand», sottolinea con un certo orgoglio, «abbiamo esposto il modello di battitura delle pelli di allumino dell'Asfanè, in pratica il primo passo della carrozzeria: è giusto cominciare da qui».
Versione in lamiera grezza, battuta a mano da un artigiano battilastra su una dima (in pratica uno stampo) e poi saldata insieme, in dimensione reale, ma solo una metà dell'auto, che si riflette poi nello specchio creando l'illusione della auto intera. «E ci siamo trovati in questo stand fra Zagato e Pininfarina, nomi che hanno fatto la storia dell'auto, cosa che mi ha riempito d'orgoglio, soprattutto perché sono stato ben accolto in questo ristrettissimo club».
Giorgio Pirolo a 19 anni ha lasciato la famiglia a Belluno e si è trasferito da solo a Torino per disegnare auto. «È stato sempre questo il mio sogno», racconta, «e i miei genitori, vista la mia passione, mi hanno consentito di frequentare un corso di architettura dell'automobile, durato tre anni».
Qui Giorgio dà sfogo alla sua creatività, e non solo per quanto riguarda le auto, ma anche gli oggetti del merchandising che accompagnano da sempre i grandi marchi. Ed ecco che al padiglione Lamborghini Corse si trova la collezione disegnata proprio da Pirolo nel 2014/2015: il marchio, che riprende le linee della Lamborghini Huracan, poi le declinazioni su tute, zainetti, magliette, felpe, tazze, cover per cellulari, penne e cappellini. Frattanto Pirolo si era trasferito nel 2011 a Monte Carlo, dove attualmente risiede e lavora, chiamato a disegnare i negozi GPStore per un progetto legato al mondo della F1.
Terza tappa allo stand Citroen per la quale il designer bellunese ha creato una particolare versione della Cactus che si chiama “Ouverture”, con un carrello per trasportare una moto. «Mi è stato chiesto un progetto innovativo da parte delle riviste “Due ruote” e “Top Gear” e sono contento sia stato apprezzato e realizzato».
Ci si trasferisce poi poco distante, nello stand di un produttore italiano che ha importato e sta vendendo il modello disegnato da Pirolo per i cinesi, la famosa “auto del popolo” cinese, la Chery QQ, una delle utilitarie più vendute al mondo, ispirata nelle forme al pesciolino Nemo dei cartoni animati. Ora quell'idea viene commercializzata anche nel nostro paese.
Il tour non può che concludersi al padiglione 22 dove si trova la nuovissima “Asfanè HyperSportItalia”, la prima supercar italiana full electric. «Credo che sia questo il futuro e noi siamo stati i primi a presentare una super sportiva italiana full electric, un mercato nuovo che rappresenta una grande opportunità e dove arriviamo in anticipo sulle grandi case automobilistiche, che ancora non hanno fatto una scelta chiara tra motore termico ed elettrico».
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