Le Ipab diventeranno erogatori di servizi

Lo prevede il Piano socio sanitario veneto 2019-2023 Il deputato Bond: «È una rivoluzione importante e positiva»



Novità in vista con il nuovo Piano socio sanitario regionale (Pssr) 2019-2023 per le Ipab, le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza che finora hanno funzionato come case di riposo.

A sottolineare questo aspetto, a suo dire molto importante, è il deputato di Forza Italia ed ex consigliere regionale Dario Bond. Malgrado il suo incarico a Roma, Bond continua a rimanere radicato sul territorio e a seguire un tema a lui molto caro, quello appunto della sanità e del sociale.

«Secondo quanto si legge nel Piano socio sanitario veneto, le Ipab dovranno essere trasformate in aziende pubbliche di servizi alla persona (Apsp) per poter modernizzarne così le attività e i servizi erogati», precisa Bond. «Cosa significa? Che non daranno più soltanto servizi agli anziani, anche se questo continuerà ad essere il core business della struttura, ma erogheranno prestazioni per l’intera popolazione. Diventando così come una sorta di Utap allargata, aperta al territorio».

Per il deputato forzista «la trasformazione prevista dal Piano socio sanitario, porterà le Ipab a essere sempre di più un presidio sul territorio, un trait d’union tra l’ospedale vero e proprio e le strutture territoriali intermedie, come l’ospedale di comunità. Per questo servirà del personale qualificato e formato adeguatamente per sostenere questo nuovo incarico, che a mio parere deve essere salutato in maniera molto positiva».

L’ex consigliere regionale evidenzia che «già con il precedente Piano si era discusso di questa trasformazione, ma poi non se n’era fatto più nulla. Ora, invece, pare si appresti a diventare realtà. E questo darà una risposta anche a quelle difficoltà che il sistema sanitario sta attraversando a tutti i livelli, a cominciare dalla carenza di personale medico e infermieristico fino ai problemi economici. Tutti elementi che rischiano di impoverire il nostro territorio. Con questa “rivoluzione”, invece, si potrà ancora contare sui servizi territoriali di qualità».

Le attuali Ipab sono quelle di Feltre, Mel, Trichiana, Puos d’Alpago, del Longaronese-Zoldano e di Belluno. «Potranno diventare dei centri di riferimento per l’erogazione di servizi sociali e sanitari. Sicuramente un occhio di riguardo sarà dato al modo in cui si sosterranno finanziariamente». Per questo motivo la Regione ha previsto una gestione separata tra il patrimonio non strumentale e quello strumentale, così da potenziare il core business e fare in modo che molte situazioni spesso deficitarie, possano migliorare. «Anche queste aziende dovranno rientrare nei costi standard, si dovranno eliminare i centri di costo, con un aumento del controllo», dice il deputato di Forza Italia, che conclude sottolineando come «le aziende pubbliche di servizi alla persona potranno anche fornire gli assistenti familiari a quei nuclei che ne faranno richiesta. Insomma, saranno dei veri e propri poli di servizi integrati per la sanità, che potranno rispondere alle varie esigenze dei cittadini, risparmiando sui costi». —



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