Le istanze di Fodom, Colle e Ampezzo sostenute dalla Lia

Livinallongo. L’organismo che raggruppa 19 comuni ladini appoggia la loro volontà di passare al Trentino Sudtirol
Di Lorenzo Soratroi
Donne fodome in costume ladino alla festa di Livinallongo SORATROI A PAGINA 10
Donne fodome in costume ladino alla festa di Livinallongo SORATROI A PAGINA 10

LIVINALLONGO. Fodom, Colle e Ampezzo incassano anche l’appoggio della Lia di Comuns Ladins al loro passaggio con la Regione Trentino – Südtirol. La giunta dell’organismo nato nel 2007 che raggruppa i 19 comuni delle vallate ladine intorno al Sella, attualmente presieduta dal sindaco di Marebbe Albert Palfrader, ha approvato nei giorni scorsi un documento ufficiale di sostegno alle istanze referendarie dei tre comuni ladini “separati”.

Un passo significativo, anche se non previsto dall’iter costituzionale per il passaggio di un Comune da una Regione all’altra, che dimostra la volontà, almeno dei comuni ladini, di riavere tra i confini della Provincia di Bolzano quelle tre comunità che il fascismo, nel 1923, decise arbitrariamente di far rientrare tra i confini della Provincia di Belluno.

Proprio la divisione della popolazione ladina in tre province e due regioni è il primo punto sul quale fa leva il documento per sostenere la volontà di riannessione. «La minoranza ladina», si legge, «è la sola minoranza storica in Italia che, nonostante viva in un territorio geograficamente unitario, è divisa dal punto di vista amministrativo».

Si fa cenno poi alla Carta Europea delle lingue minoritarie, sottoscritta dall’Italia nel 2007, dove all’articolo 7 è previsto “il rispetto dell’area geografica di ogni lingua di minoranza o regionale, in modo che le divisioni amministrative esistenti o nuove non ostacolino la promozione della lingua”. Un dettato che, si fa notare in seguito, non è certo rispettato per la minoranza ladina.

Le norme di tutela in Veneto sono infatti molto meno incisive rispetto a quelle in vigore nella Regione Trentino – Sud tirol ed hanno dimostrato di non essere nè sufficienti nè idonee al mantenimento della minoranza ladina stessa. Un esempio è dato dal fatto che l’insegnamento della lingua minoritaria non è obbligatorio nella scuola (come invece avviene a Trento e Bolzano) e non è considerata nemmeno lingua ufficiale.

Nella delibera si ricordano poi gli esiti del referendum del 2007 nei tre comuni ladini. Una possibile strada, intravista dalla Lia, potrebbe aprirsi grazie alla legge sulla spending review, nella quale è previsto un cambiamento generale dei confini provinciali con un iter apposito.

La Lia infine, chiede agli organi competenti di avviare le procedure previste dall’articolo 132 della Costituzione per il cambio di Regione e che si valuti nel contempo se i tre comuni possono essere riannessi in particolare alla Provincia di Bolzano.

Nei giorni scorsi il presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder aveva comunicato di aver dato mandato al parlamentare della Svp Kark Zeller di seguire l’iter referendario e che, quando arriverà la richiesta ufficiale, la Regione Trentino Sudtirol darà il suo parere positivo.

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